Nel mondo delle coltivazioni, è difficile trovare una pianta in grado di adattarsi perfettamente a ogni latitudine: tutte, volente o nolente, hanno peculiarità che si adattano al clima, alle temperature o a terreni differenti.

Ce n’è però una che nel corso del tempo è stata capace di adattarsi a ogni situazione: la Nicotiana tabacum, meglio nota come pianta del tabacco, che possiamo trovare coltivata praticamente in tutto il globo.

La sua storia inizia nel 1492, giorno in cui due luogotenenti di Cristoforo Colombo celebrano la scoperta del Nuovo Mondo aspirando l’aroma di una specie d’erba trovata sull’isola.

Da quel giorno in poi c’è stata un’ascesa inarrestabile per il mondo del tabacco che non ha mai avuto battute d’arresto fino al 2013. Niente di preoccupante perché le industrie del tabacco hanno colto la palla al balzo per reinvestire nel settore rilanciando la nicotina in modalità meno nocive per la salute.

Una pianta dai poteri curativi

Nel corso del tempo il tabacco è diventato una forma di dipendenza, ma la storia europea di questa pianta inizia con un consenso totale sulle sue proprietà terapeutiche.

In America si utilizzata per curare il mal di denti, in Olanda era il “mezzo migliore” per scongiurare la peste, in Spagna era un unguento in grado di curare ogni ferita mentre in Francia era visto come un potente farmaco anticancro estremamente apprezzato alla corte di Caterina de’ Medici.

Insomma, il tabacco nacque secoli fa come ottimo fitoterapico, antiparassitario naturale, fonte di proteine alimentari e anche farmaco prescritto da medici omeopatici per le sue proprietà terapeutiche.

L’opposizione di Re Giacomo I e la diffusione delle sigarette

Il primo oppositore del tabacco fu Re Giacomo I, uno dei primi a vedere nel vizio del fumo un’abitudine pericolosa per la salute dell’uomo. Promulgò una legge che ne proibisse l’uso e pose una tassa gravosissima a chi lo coltivasse.

Fu una svolta perché in Francia i medici cominciarono a considerare il vizio dannoso, ma questo non fermò la crescita del settore perché i governi avevano già posto monopoli per tenere il mercato sotto controllo.

La Guerra di Crimea cambio, ancora una volta, le carte in tavola quando i reduci tornarono a casa con dei cilindretti di carta riempiti di tabacco: le sigarette.

Questa nuova tendenza si diffuse rapidamente in tutta Europa e strappò, nel giro di pochissimo tempo, il primato a pipa e tabacco da masticare o annusare. Il tabacco utilizzato per le sigarette era sempre di provenienza turca.

Le cose cambiarono con la Guerra di Secessione Americana, quando le sigarette cominciarono a essere riempite con tabacco prodotto in “casa”, più dolce e chiaro rispetto al precedente.

Da qui in poi la crescita delle sigarette è stata inarrestabile anche grazie alle industrie del tabacco che hanno scelto d’investire in maniera massiva in pubblicità, marketing e comunicazione per spingere la diffusione di questi prodotti.

Le nuove prospettive del tabacco

Come accennato in precedenza, nel 2013 il tabacco ha subito una leggera flessione e si è iniziato a ragionare su modalità d’uso meno nocive per la salute.

Il cambiamento si è fatto strada soprattutto in Europa, dove i governi hanno accelerato strategie di contrasto al fumo, alleggerito la pressione fiscale su altri settori come il vaping e i media hanno iniziato a informare con maggior correttezza scientifica.

Particolarmente incisiva è stata l’azione del governo francese, grazie alle prime iniziative antifumo adottate prima da François Hollande e incrementate da Emmanuel Macron.

Questi hanno intrapreso una decisa lotta al consumo di tabacco mirata a colpire i consumatori. L’aumento progressivo in vari scaglioni dei pacchetti di sigarette, porteranno notevoli aggravi sui pacchetti (si parla di circa 10 euro in media a confezione) con l’obiettivo di provare a ridurre il numero di fumatori.

Ecco, quindi, che pare destinato ad aumentare il consumo di e-cig, sigarette a tabacco riscaldato e nuove tecnologie che si affermeranno da qui ai prossimi anni nel settore del vaping.