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Se parlate con chiunque oggi abbia settanta o sessant’anni vi sentirete dire che era normale, vedere anche giovanissimi e minorenni fumare. All’epoca non esisteva una legge che regolasse effettivamente la vendita di tabacchi ai minori, e grazie al costo esiguo delle sigarette, e alla disinformazione sugli effetti del tabacco, il fumo era altamente diffuso.
Infatti allora, si sapeva ancora molto poco dei danni a lungo termine del fumo, e nonostante in realtà una prima legge del 1936 avesse gettato le basi per dei divieti di fumo per i minorenni, questa era tuttavia poco o per nulla osservata nel corso e persino sconosciuta.
Solo dopo il periodo salutista a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, in cui diverse generazioni sono cresciute conoscendo gli effetti negativi del fumo e grazie all’entrata in vigore di nuove leggi, che i più giovani hanno iniziato a non fumare, almeno non quanto prima.
Oggi però, secondo alcune statistiche il numero di minori che fuma è altamente aumentato, nonostante ci siano delle leggi che impongono il divieto di vendita di tabacchi al di sotto della maggiore età.
Sembra strano e di controtendenza, il fatto che nonostante oggi si sappia che il fumo anticipa i sintomi dell’invecchiamento degli organi e che prima si inizia a fumare e prima si va incontro a problemi polmonari, della pelle, del cuore e sessuali, sembrano sempre di più coloro che fumano.
Cosa dice la legge?
L’Italia si è finalmente dotata di una legge vera e propria contro il fumo diffuso tra i minori di anni 18. O meglio, la legge non proibisce al ragazzo minorenne di fumare ma scoraggia profondamente tutte quelle occasioni che possono portarlo a tale scelta.
In sostanza E’ VIETATO: vendere prodotti contenenti nicotina ai minori di 18 anni per cui il rivenditore deve esigere la visione del documento di identità; rilasciare anche tramite distributori automatici le sigarette ai minori (fanno fede i dati della tessera sanitaria letta dal macchinario); comprare sigarette per conto di minori; fumare in luoghi chiusi in presenza di minori. Chi trasgredisce tali regole –soprattutto quelle relative alla vendita- rischia dalla multa in denaro fino a un anno di carcere con sospensione della licenza di vendita dei tabacchi.
L’unica “punizione” che può subire un minorenne sorpreso a fumare è la multa nel caso in cui fumi in un luogo pubblico chiuso o non rispetti un divieto di fumo affisso in determinati ambienti. Ma tali divieti sono identici anche per gli adulti!
Cosa dice la legge sulle sigarette elettroniche?
Fino al 2013 regnava una confusione globale, sia sulle sigarette elettroniche in generale che sulla loro vendita ai minori. In un primo tempo si era ventilata l’ipotesi che potessero essere venduti i liquidi di ricarica (privi di nicotina) ai minori di 16 anni, poi si era tornati al divieto. Quindi si è alzato il limite a 18 anni.
Nel 2018 la legge attuale vieta categoricamente la vendita di liquidi per sigarette elettroniche ai minori di 18 anni e vieta anche la vendita della sigaretta elettronica in sé. Ma si tratta di provvedimenti ancora in discussione che stanno creando malcontento e polemiche, anche sulla base degli studi relativi alle e-cig che ad oggi non hanno manifestato alcuna conseguenza nociva per la salute.
La legge obbliga all’informazione?
No, la legge non prevede alcun “obbligo all’informazione” sui danni del fumo per i minorenni. Ma non impedisce alle scuole e agli enti educativi in generale di condurre campagne antifumo per permettere ai ragazzi di venire a conoscenza dei problemi legati al tabacco.
Gli stessi pacchetti di sigarette “pubblicizzano” le gravi conseguenze del fumo in termini di malattie cardiache, problemi estetici, cancro, problemi respiratori e problemi della sfera sessuale. I giovani quindi possono fumare, se trovano il modo di farlo in modo legale, ma devono “sudarsi” una sigaretta superando i mille ostacoli che la legge impone a chi le vende e le distribuisce al pubblico.