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Definito un paradiso per i fumatori, il fumo in Giappone è storicamente meno limitato rispetto a molti altri Paesi dell’OCSE a causa della mancanza di leggi vincolanti che controllino il fumo passivo a livello nazionale.
Nel 2019, quasi il 18% della popolazione adulta giapponese era costituita da fumatori, e Seven Stars di Japan Tobacco era il marchio di sigarette più popolare tra questi, con una vendita di oltre quattro miliardi di stecche di sigarette in quell’anno.
Seven Stars è stata lanciata all’inizio del 1969 come prima marca di sigarette con filtri a carbone, utilizzando principalmente tabacco in foglie di produzione nazionale.
La differenza delle sigarette giapponesi
Sigarette medie o leggere sono le più popolare in Giappone perché i giapponesi credono le sigarette che una quantità bassa di nicotina/catrame con filtri al carbone li aiuti a mitigare gli effetti del fumo sulla loro salute.
Ad agosto 2020, il prezzo di un tipico pacchetto di sigarette variava da 400 a 530 yen. L’aumento dell’imposta sul tabacco proposto per ottobre 2020 ha però aumentato il prezzo a 450-570 ¥ per le marche tipiche.
Nell’anno fiscale 2020, come brevemente menzionato sopra, le Seven Stars prodotte da Japan Tobacco erano le sigarette più vendute in Giappone con un fetta di mercato del 4.3%. Però il brand Mevius è stato uno dei brand più apprezzato riguardante la quota di mercato accumulata, con undici prodotti classificati nella top 20.
Cosa rende il Giappone un “paradiso per i fumatori”?
L’industria giapponese del tabacco era un monopolio gestito dal governo e continua a essere in parte di proprietà statale.
Pertanto, le richieste di restrizioni più severe sul fumo hanno spesso incontrato l’opposizione di organizzazioni governative, lobbisti a favore del fumo e sostenitori influenti nel settore dei servizi alimentari, dove il fumo è ancora eccezionalmente diffuso.
Tuttavia, le vendite di sigarette continuano a diminuire in Giappone. I produttori di tabacco hanno venduto circa 99 miliardi di stecche nel 2020, rispetto ai quasi 200 miliardi di sigarette vendute un decennio prima.
Il futuro del Giappone continuerà ad avere così tanto fumo?
Con le Olimpiadi estive del 2020 destinate a diventare i “Giochi più fumosi” degli ultimi decenni, nell’estate del 2018 il Paese ha approvato il primo divieto nazionale di fumo all’interno delle strutture pubbliche.
Tuttavia, la nuova legge, che è stata attuata all’inizio del 2020, esclude una serie di piccoli ristoranti e bar, riducendo solo in parte il rischio di fumo passivo.
La crescente consapevolezza dei rischi per la salute associati al fumo e le tasse più alte per le sigarette tradizionali rispetto al tabacco senza combustione contribuiscono a due sviluppi completamente diversi: mentre un numero crescente di persone si sta allontanando dalle proprie abitudini, le sigarette elettroniche, gli e-liquid e il tabacco riscaldato stanno guadagnando popolarità tra i giapponesi, che non sono ancora pronti a smettere di fumare.