No, non è l’inizio di una storia o l’intro di un videogames, ma quello che dovrebbe essere il futuro prossimo di tante (se non tutte) città dell’intero globo.

È un fatto, infatti, che le nuove politiche urbane anti-fumo nel mondo stiano trasformando lo spazio pubblico rendendo le città sempre più smoke free e salubri.

La crisi sanitaria e tutte le conseguenze lasciate in dote hanno portato a ripensare le soluzioni al problema dell’inquinamento dell’aria e a come migliorare la qualità di vita delle persone.

Non sono un caso gli investimenti massivi in spazi verdi, percorsi ciclabili o veicoli di mobilità alternativa (e-bike o monopattini elettrici) che hanno cominciato a invadere le città nel corso degli ultimi mesi.

La lotta a un futuro senza fumo, nel nostro Paese, è cominciata con Milano, che dal 19 gennaio ha approvato il “Regolamento sulla qualità dell’aria” per migliorare la “respirabilità” della città.

Il divieto non è stato visto di buon occhio dai milanesi, che hanno visto nella misura un “affronto” alle proprie libertà personali, ma non si è posta l’attenzione sul problema più grande: la decisione va oltre Milano e si lega, in maniera indissolubile, a quelle misure volte a eliminare il fumo dai luoghi pubblici entro il 2025.

Obiettivo: Smoke-free 2025

La battaglia a una città Smoke-free parte dal 2004, quando oltre 160 paesi hanno firmato la Convenzione dell’Oms sul controllo del tabacco, accettato per rispettare gli obblighi proiettati a raggiungere la riduzione del fumo del 30% entro il 2025.

Il Covid ha cambiato ancora le carte in tavola: per limitare la diffusione del virus, il distanziamento è stata una delle strade intraprese per evitare la crescita dei contagi.

Con l’obbligatorietà all’utilizzo della mascherina e la conseguente limitazione al consumo di tabacco nei luoghi pubblici, tra le autorità è cresciuta la consapevolezza di inasprire queste limitazioni sull’utilizzo di sigarette e derivati.

Milano non è stata l’unica città a prendere posizione sulle politiche smoke free: New York e Città del Messico hanno introdotto spazi senza fumo (spiagge e parchi), mentre la Spagna ha vietato (temporaneamente) il fumo in strada, luoghi pubblici e terrazze.

I dati e le decisioni prese in periodo di pandemia hanno portato i governi a implementare le misure per rispettare gli obiettivi prefissati per il 2025.

Il problema dei rifiuti

Oltre al problema esposizione al fumo passivo, evitare il fumo in luoghi pubblici potrebbe portare città e comunità a trarre vantaggi a livello ambientale e di bilancio.

Basti pensare al problema dei mozziconi di sigarette che comporta serie conseguenze dal punto di vista ambientale.

Proprio per questo, negli ultimi anni, alcuni comuni hanno adottato misure di raccolta specifiche o iniziative autonome con posaceneri tascabili per evitare il continuo getto di mozziconi a terra.

Guardando in casa nostra, Milano produce 1 milioni di mozziconi al giorno che impiegano oltre 2 anni per decomporsi naturalmente, numeri che confermano un problema da combattere in ogni modo.

Gli investimenti in mezzi di trasporto alternativi, aree verdi e piste ciclabili confermano la volontà di raggiungere presto una situazione di stabilità che possa portare il Paese verso un obiettivo ambizioso ma necessario.

La sfida chiave rimane il rispetto della legge da parte dei cittadini e l l’applicazione dei controlli da parte delle autorità.