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Dal mese di gennaio, fumare all’aperto entro una distanza di 10 metri dalle altre persone non è più consentito nella città di Milano. L’iniziativa fa parte del progetto “Aria” varato dal comune meneghino per ridurre l’impatto di PM10 all’interno della città.
È vietato, dunque, fumare alle fermate degli autobus e dei tram, nei parchi e negli spazi verdi della città, nei campi sportivi e ricreativi, nelle aree gioco per i bambini, negli stadi e nei cimiteri.
L’Italia è stato il primo Paese dell’Unione Europea ad approvare una legge a sostegno del divieto di fumare al chiuso nei luoghi pubblici nel 2003 mentre Milano, con questa iniziativa, diventa la prima città italiana a estendere le limitazioni anche all’aperto.
La messa al bando dell’uso di sigarette e di altri prodotti da fumo fa parte di un pacchetto di misure, varato dalle autorità milanesi, per migliorare la qualità dell’aria e combattere il cambiamento climatico.
Altri regolamenti pianificati, che entreranno in vigore nei prossimi anni, riguarderanno altri fattori inquinanti come le emissioni delle automobili e i combustibili usati per il riscaldamento.
Perché Milano ha deciso di dichiarare guerra al fumo all’aperto?
Considerata una delle città più densamente popolate, Milano è una delle aree che ha i livelli di inquinamento atmosferico più elevati in tutta l’Europa Occidentale.
Il consigliere comunale Marco Granelli, parlando del divieto di fumare all’aperto, ha dichiarato che l’obiettivo di questo nuovo bando è duplice: ridurre le particelle fini pericolose presenti nell’aria, note come PM10 (attualmente ben oltre il limite europeo), e proteggere la salute dei cittadini.
Secondo alcuni dati, Il fumo di sigaretta rappresenta l’8% delle PM10 presenti in tutta la città di Milano.
“Durante questa pandemia, abbiamo visto che la nostra salute è più fragile, perché i nostri polmoni possono essere attaccati facilmente da questo nuovo virus” ha aggiunto Granelli, affermando che mantenere le vie respiratorie sane e forti è diventata ormai una priorità.
Queste le reazioni di alcune persone interpellate a proposito della questione fumo all’aperto di Milano:
Giulio, medico, lo ha descritto come “una decisione molto importante per mostrare rispetto reciproco”, mentre Emanuela da fumatrice ha considerato il divieto un passaggio necessario: “Tutti sanno che le sigarette provocano il cancro, quindi le persone non dovrebbero essere costrette a inalare il nostro fumo.”
Milano è stata una delle città più devastate dalla pandemia di Covid-19 ed Emanuela ritiene che i fumatori aumentino il rischio di trasmissione del contagio togliendosi le mascherine facciali per fumare: “In questo modo, anche se ci sono alcune persone che pensano non sia possibile, espongo io e gli altri al Coronavirus.”
Come stanno reagendo le altre città italiane al divieto di fumo all’aperto? Alghero, in Sardegna, ha vietato il fumo sulle spiagge ed entro i 20 mt di distanza dalla riva dei laghi.
Firenze ha bandito il fumo all’aperto nelle aree gioco per bambini e presto potrebbe seguire l’esempio di Milano bandendo le sigarette anche nei parchi e alle fermate degli autobus.
Guerra al fumo all’aperto: cosa sta succedendo negli altri paesi?
Ma l’Italia non è l’unico paese ad aver dichiarato guerra al fumo all’aperto. Ci sono, infatti, altri governi che hanno cominciato a mettere in piedi iniziative per limitare il consumo di fumo.
Il governo finlandese, per esempio, vuole rendere il paese “tobacco-free” entro il 2030 con l’obiettivo concreto di limitare il fumo al 5% della popolazione.
In Lettonia esiste una legge che vieta il fumo nelle scuole, nei parchi, negli spazi condivisi all’interno dei condomini e in presenza dei bambini.
In Svezia è vietato fumare nei parchi giochi e nelle stazioni ferroviarie, mentre in Inghilterra il governo si è dato come limite il 2030 per raggiungere l’obiettivo di stop al fumo.
Un primo passo verso il divieto totale
Carolina, una studentessa di 21 anni, ritiene che se da una parte l’idea di un divieto totale del fumo all’aperto è positiva per l’ambiente, dall’altra sarà molto difficile cambiare l’abitudine italiana di fumare dove si vuole e quando si vuole.
I trasgressori, come avviene già a Milano, saranno passibili di una multa di 40 euro, ma Carolina non è così convinta che la gente rispetterà il divieto: “L’unico modo per farlo rispettare è con le sanzioni. Se fumi in un’area in cui non ti è permesso, ricevi una multa e sei costretta a pagarla. E lo sto dicendo da fumatrice.”
Il divieto parziale di fumare all’aperto di Milano è soltanto il primo passo verso un bando totale che dovrebbe entrare in vigore nel mese di gennaio del 2025 e vedrà le sigarette vietate ovunque entro una distanza di 10 metri dalle altre persone, inclusi all’esterno di bar e ristoranti.