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È piuttosto comune credere ottenere la licenza per aprire una tabaccheria sia paragonabile a vincere il superenalotto.
Questa credenza era sicuramente fondata fino a 30/40 anni fa, al giorno d’oggi i margini di una tabaccheria sono nettamente diminuiti rendendola una attività meno redditizia rispetto al passato.
Nonostante questo, gestire una tabaccheria può essere ancora un’ottima opportunità nel breve e lungo periodo.
Il guadagno su un pacchetto di sigarette
Ovviamente questo dato varia da paese a paese in base al costo di ogni pacchetto e le tasse richieste dal governo locale.
In Italia, come menzionato sopra i margini sulle sigarette a fronte del fatturato reale sono veramente limitati.
Per arrivare alla percentuale di guadagno esatta bisogna tener conto del fatturato calcolando il prezzo di vendita del prodotto e il numero dei pacchetti venduti.
Nel caso di prodotti di monopolio, quali le sigarette, va applicato l’aggio, cioè la differenza tra il profitto dell’esercente e il netto delle imposte. In Italia la percentuale è fissa a 10% del fatturato.
Ecco un esempio per aiutarti a capire meglio: nella vendita di un pacchetto che costa 5€, il tabaccaio ricava 0.50€. Se il tabaccaio in una giornata ne vede 100, a fine giornata avrà un aggio di 50€.
Guadagni mensili della gestione di una tabaccheria
Come è possible immaginare dalla spiegazione sopra, non è facile fare una stima accurata dello stipendio di un tabaccaio.
Ci sono fattori, difficilmente misurabili, che rendono la previsione di introito particolarmente complicata.
Nonostante questo, i dati raccolti ogni anno dall’ISTAT comunicano che il guadagno medio di un tabaccaio è di 1.300€ al mese.
Questo ovviamente può variare di molto in base alla città o zona e il tipo di offerta della tabaccheria stessa.
La tassazione delle tabaccherie
Cos’è l’aggio? Questo termine è stato spiegato nel primo paragrafo riportando un esempio ma vediamolo nel dettaglio.
L’aggio è la quota di ricavo lordo del tabaccaio che genera su prodotti di monopolio statale, dove ovviamente graveranno tasse e spese operative.
Ovviamente, l’aggio varia in base ai diversi prodotti o servizi del Monopolio: secondo le stime di settore è pari al 10% sui tabacchi e all’8% sui giochi e gratta e vinci.
Va anche specificato però che la difficoltà di un fumatore nel smettere l’abitudine di fumare rende richiesta di sigarette e prodotti per fumatori da parte del mercato altamente anelastica.
L’anelasticità della richiesta di un prodotto è un concetto alla base dell’economia.
La domanda risulta infatti anelastica se un aumento del prezzo del prodotto, non cambia o cambia solo in parte minima (meno del 1%) la richiesta del consumatore.
Perciò, per quanto gli aumenti delle tasse su sigarette e articoli per fumatori generino disaccordo tra i cittadini, lo stato sa di ricevere comunque un’alta (quasi invariata) richiesta di prodotti di monopolio.
Quanto vale una licenza per la vendita di tabacchi?
Indicativamente, i costi per l’apertura di una tabaccheria si aggirano da 50 mila a 150 mila euro, una cifra che può raddoppiare qualora si intenda, al contrario, acquistare un’attività già avviata.
Ci sono quattro tipologie di licenze per tabaccherie disposte dalla AAMS, in base al numero di abitanti nella città dove si trova l’attività.
Il valore dell’attività è altamente correlato alla posizione della tabaccheria e il giro di clienti che può potenzialmente attrarre.
Sarà quindi fondamentale riuscire a conoscere e scegliere una posizione davvero ottimale, che sia in espansione.
Allo stesso modo, acquistando un tabacchi con un certo giro di clientela, una parte del lavoro potrebbe essere già fatta grazie a quanto compiuto dal precedente proprietario, in caso contrario sarà necessario armarsi di pazienza ed iniziare da zero.