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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un decalogo molto rigido di domande e risposte sulle sigarette elettroniche a gennaio 2020, scatenando la rabbia non solo dei consumatori, ma anche di molti esperti internazionali.
Il dottor Nick Hopkinson, lettore di medicina respiratoria presso il National Heart and Lug Institute dell’Imperial College di Londra, ha dichiarato:
“Sappiamo che le sigarette elettroniche sono sostanzialmente più sicure del fumo, perché le sostanze tossiche presenti nel fumo di una sigaretta tradizionale sono assenti, se non addirittura presenti a livelli molto più bassi, nelle e-cigarettes.”
Le prove di studi controllati casuali, ha aggiunto Hopkinson, mostrano chiaramente che le sigarette elettroniche possono aiutare i fumatori a smettere di fumare:
“I fumatori che passano completamente allo svapo otterranno un beneficio significativo sulla salute. L’uso a lungo termine delle sigarette elettroniche non è del tutto innocuo, quindi le persone che svapano dovrebbero mirare a smettere anche quello, ma non a spese di tornare al “vecchio vizio”.”
Il professor Peter Hajek: “L’OMS ha una storia di attivismo anti-svapo che sta danneggiando la sua reputazione.”
Il professor Peter Hajek, direttore dell’unità di ricerca sulla dipendenza da tabacco presso la Queen Mary University di Londra, è stato ancora più lapidario:
“L’OMS ha una storia di attivismo anti-svapo che sta danneggiando la sua reputazione. Queste faq, poi, sono particolarmente maligne. In pratica tutte le dichiarazioni fattuali in esse contenute sono sbagliate.”
Per cominciare, come ha sottolineato il professore, non ci sono prove che lo svapo sia più “avvincente” – solo l’1% dei consumatori diventa uno svapers regolare.
Lo svapo, inoltre, non porta i giovani a diventare in automatico dei fumatori incalliti – il fumo tra i giovani è sempre basso. E non ci sono prove che lo svapo aumenti il rischio di contrarre malattie cardiache o che possa avere effetti negativi sulla salute dei non fumatori:
“L’incremento negli Stati Uniti delle malattie polmonari è dovuto ai contaminanti contenuti nelle cartine di marijuana illegali e non ha niente a che fare con lo svapo di nicotina. Ci sono prove chiare che le sigarette elettroniche aiutino i fumatori a smettere di fumare.”
Gli autori di questo documento, ha concluso Hajek, dovrebbero assumersi la responsabilità dell’utilizzo di una palese disinformazione che, probabilmente, impedirà ai fumatori di passare ad un’alternativa meno rischiosa.
Il professor John Britton: “Questo briefing dell’OMS è fuorviante.”
Il professor John Britton, direttore del Centre for Tobacco&Alcohol Studies e Consulente in Inghilterra per le malattie respiratorie presso l’Università di Nottingham, ha definito il briefing dell’OMS “fuorviante” sotto molti aspetti:
“Implica che lo svapo di nicotina sia la causa dell’epidemia americana del 2019 che ha riguardato una grave malattia polmonare, quando sappiamo tutti che la causa è da ricercare nelle cartine illegali a base di cannabis.”
“Dice che non ci sono prove evidenti che lo svapo sia un mezzo efficace per smettere di fumare, quando in realtà ci sono prove cliniche di alto livello che dimostrano che lo svapo sia molto più efficace rispetto ad altre terapie alternative a base di nicotina che l’OMS raccomanda.”
L’affermazione che però ha fatto arrabbiare ancora di più il professor Britton, tanto da spingerlo ad esporsi con un duro intervento, è stata la risposta alla domanda se le sigarette elettroniche siano più pericolose, oppure no, delle sigarette tradizionali:
“La risposta dell’OMS? Che non lo sappiamo, quando in realtà è chiaro che siano meno dannose! Agendo in questo modo, l’OMS travisa tutte le prove scientifiche che oggi abbiamo a disposizione.”
Il dibattito sulle sigarette elettroniche, quindi, si fa sempre più acceso e, la domanda, a questo punto, è una sola: chi vincerà tra l’OMS e gli esperti internazionali contrari alla sua politica sulla sigaretta elettronica?