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10 anni: ecco l’obiettivo che si è posto Philip Morris International per lo stop della vendita di sigarette in Giappone entro il 2030.
A rivelarlo è Jacek Olczak, da pochi giorni nuovo CEO di questo colosso del tabacco che ha rivelato il suo piano d’azione in un’intervista rilasciata a Nikkei.
Philip Morris punta, infatti, a ritirare in maniera graduale i prodotti a base di tabacco arrotolato entro i prossimi 10-15 anni e, per raggiungere quest’obiettivo, ha scelto il Giappone come punto di transizione.
Un addio a piccoli passi del fumo di sigaretta, in cambio dei prodotti a tabacco riscaldato che consentono all’utente di inalare il vapore generato senza produrre fumo passivo.
In realtà, la scelta del Sol Levante non è per nulla casuale per Philip Morris che in soli tre anni ha conquistato circa il 70% del mercato con questo suo prodotto “alternativo”.
Basti pensare che i suoi principali concorrenti, Japan Tobacco e British American Tobacco, sono fermi rispettivamente al 10% e al 20% del mercato.
11% delle vendite totali: ecco i numeri di Philip Morris
La strada intrapresa dalla multinazionale non è assolutamente campata per aria perché dimostra, come se ce ne fosse bisogno, come i tempi stiano cambiando anche nel settore del tabacco.
I prodotti senza fumo come sigarette elettroniche riscaldate e liquide rappresentano oggi l’11% delle vendite totali di Philip Morris che conta circa 704,6 miliardi di sigarette.
Si tratta di un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2019 con il mercato globale delle sigarette arrotolate che si è ridotto del 10% negli ultimi 4 anni.
Altro obiettivo a lungo termine di Olczak è incrementare i paesi in cui si vende il tabacco senza fumo passando da 66 a 100 entro il 2025.
I divieti del Giappone
L’interesse verso i prodotti a base di tabacco riscaldato in Giappone è dovuto alle normative “stringenti”. Queste, infatti, non permettono la vendita di sigarette elettroniche che vaporizzano un liquido a base di nicotina.
Eppure, nonostante le disposizioni estremamente rigorose della legge, i prodotti riscaldati possono essere consumati all’interno di ristoranti o locali se vengono soddisfatte determinate condizioni (ad esempio, la presenza di apparecchiature di ventilazione).
Per quanto riguarda la parola fine alle sigarette tradizionali entro un decennio, Olczak ha voluto sottolineare l’importanza di una giusta regolamentazione e comprensione sia da parte dello Stato che delle industrie del tabacco.
“Non si tratta di noi o della Philip Morris International che smettiamo di vendere sigarette perché avete altri produttori che continuano a farlo. Se si facesse uno sforzo coordinato tra i vari ministeri in Giappone – compresi quelli della salute e dell’industria – credo che sia possibile raggiungere l’obiettivo di un Giappone senza fumo entro 10 anni”.
Philip Morris, uno sguardo verso il futuro
Sempre secondo Olczak, sarà compito di Philip Morris introdurre dispositivi che utilizzano nuove tecnologie e incrementare le funzionalità degli attuali prodotti sul mercato.
Oltre a una funzione di verifica dell’età per impedire ai minori di fumare, l’azienda inizierà a sviluppare anche un’applicazione per tenere sotto controllo la salute dei fumatori.
Insomma, un’attenzione sempre più forte verso un mondo smoke-free per Philip Morris che, nei prossimi anni, potrebbe interessare anche il nostro paese.
Per l’Italia si parla, infatti, di un arco temporale di circa 15 anni attraverso una nuova strategia di diversificazione che porterà il gruppo ad ampliarsi anche in ambito medicale e farmaceutico come, ad esempio, il potenziamento dei sistemi di inalazione per la cura di patologie.
Verità o sogno utopico? Solo i prossimi anni e i prossimi sviluppi di Philip Morris International potranno darci la risposta verso un futuro sempre più “libero” dal fumo.