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La Thailandia, secondo le ultime notizie arrivate dai media asiatici, starebbe intensificando i suoi sforzi per legalizzare la marijuana, in particolare quella utilizzata per fini terapeutici.
Questi sforzi, nelle intenzioni delle autorità locali, ben presto permetteranno a tutti i cittadini thailandesi di coltivare fino a sei piante di cannabis nelle proprie case e di vendere poi il raccolto ottenuto al governo, che successivamente lo impiegherà per realizzare marijuana medica.
“Sì, siamo in procinto di modificare le leggi per consentire l’uso libero della cannabis per scopi medici” ha dichiarato di recente a Bangkok Anutin Charnvirakul, il nuovo Ministro thai della Sanità. “Siamo fiduciosi sul fatto che, ben presto, la canapa diventerà uno dei principali prodotti agricoli delle famiglie thailandesi. Ma, prima di arrivare a ciò, è necessario seguire un processo non privo di ostacoli.”
La Thailandia verso la legalizzazione della marijuana: i primi passi
I primi passi della Thailandia verso la legalizzazione della marijuana erano stati compiuti a settembre 2019 quando Anutin aveva annunciato che, in un futuro non troppo lontano, le famiglie thai avrebbero potuto coltivare piante di cannabis nel giardino sul retro delle loro case come qualsiasi altra erba.
Nel frattempo, oltre alla storica spinta per le normative “Home grow”, la Thailandia aveva anche costruito quella che, per il governo locale, attualmente è la più grande struttura di marijuana medica che sia mai stata edificata su scala industriale nel Paese del sud-est asiatico.
A dimostrazione che la mentalità della Thailandia stava già cambiando, il 2 settembre 2019 i ricercatori della Maejo University avevano piantato 1’200 piantine di marijuana a Chang Mai, nel nord della Thailandia.
I funzionari del governo thai però, diversamente dal passato, non solo non erano intervenuti con sanzioni, ma in più erano rimasti a guardare.
E c’è un motivo: le piantine di cannabis erano state fornite dal Dipartimento del Servizio Medico del governo.
Interpellati sulla questione, i funzionari del governo hanno dichiarato che le 1200 piantine dovrebbero produrre il primo raccolto di marijuana medica già nei prossimi sei mesi, quindi intorno a febbraio-marzo 2020.
L’Organizzazione Farmaceutica del Governo (GPO) spera di riuscire a coltivare abbastanza piante e da ricavarne, nel giro di poche settimane, almeno un milione di bottiglie di olio di cannabis.
Ciascuna delle bottiglie, secondo gli ultimi rumors, conterrà cinque millilitri di olio di cannabis, che verrà poi usato in ambito medico per curare numerosi disturbi.
Ma la legalizzazione è una questione di politica?
L’università thailandese diventerà anche il centro in cui i cittadini potranno imparare a coltivare piante di cannabis di ottima qualità.
“La cannabis,” continua Anutin, “non è un problema di politica, ma un prodotto che può giovare alla salute delle persone.”
Mentre il Ministro thai della Salute afferma che la cannabis non sia un problema politico, le sue parole stanno suscitando sempre più confusione, soprattutto se si pensa che, a marzo 2020, la Thailandia si troverà confrontata con le elezioni generali.
Per alcuni Anutin sta usando la legalizzazione della coltivazione domestica della cannabis solo per ottenere consensi e uscire vincitore dalla campagna elettorale.
Bum Jai Thai (orgoglioso di essere thailandese), il suo partito, all’inizio del 2020 era ancora un gruppo politico di medie dimensioni, mentre adesso, dopo aver abbracciato l’idea della legalizzazione della cannabis per uso medico, fa parte della coalizione che si trova al potere.
Anutin, come se già questo non bastasse, ha anche garantito ai suoi elettori che la legalizzazione della marijuana per uso medico porterà ad un notevole progresso e miglioramento economico, arrivando ad azzardare la proposta di vendere ciascuna pianta al governo thai per 2225 dollari.
Una famiglia thai, per la vendita di tutta la partita di sei piante di cannabis, potrebbe quindi arrivare ad incassare 13’350 dollari. Una prospettiva allettante se si pensa che lo stipendio medio thailandese si aggira intorno agli 8200 dollari annuali (circa 24mila baht al mese).
L’avvertimento degli esperti “La cannabis non cresce come un’erbaccia.”
Non tutti però sono convinti dalle parole di Anutin, a cominciare dagli esperti di coltivazione della cannabis:
“Non tutte le piante di cannabis che raggiungono la maturazione producono marijuana che può essere usata per fini terapeutici. Inoltre, a differenza delle altre, la marijuana medica è forse la più difficile da coltivare.”
I farmers dilettanti, per esempio, potrebbero arrivare sì a coltivare marijuana, ma di bassa qualità, quindi non utilizzabile a livello medico.
“Inoltre, se non si curano le piante in modo adeguato o non si effettuano investimenti importanti per le attrezzature e per le sostanze nutritive, i fiori prodotti potrebbero non essere idonei per l’uso medico e, di conseguenza, non potrebbero essere acquistati dal governo.”
Gli argomenti a favore della legalizzazione della cannabis in Thailandia
- Se l’uso della cannabis da parte degli adulti verrà consentito, i coltivatori privati potranno ricavare maggiori profitti da una sola pianta di ottimo livello ed effettuando pochi controlli di qualità.
- La marijuana pienamente legalizzata potrebbe diventare una risorsa più significativa, e ben più redditizia, per le famiglie thailandesi. Anche più del riso, della canna da zucchero, della tapioca, della gomma e degli altri prodotti che, tuttora, fanno parte dell’economia agricola della nazione.
- Il costo basso della manodopera potrà aumentare la competitività della Thailandia nei mercati internazionali, diversamente dalle grandi compagnie straniere che producono la cannabis e che, oltretutto, sono confrontate con costi di produzione ben più alti.
- La Thailandia potrebbe ottenere un ulteriore vantaggio, anche sugli altri mercati emergenti, come quello africano e quello sudamericano, creando varietà di nicchia per l’esportazione.
- La Thailandia è diventata la prima nazione del sud-est asiatico a legalizzare la marijuana per l’uso medico e il kratom nel 2018. La cannabis per l’uso privato e ricreativo rimane illegale, con sanzioni che vanno dalla detenzione alla pena di morte, ma se Anutin proseguirà lungo questa strada e manterrà il suo slancio, presto anche questo divieto (e relative sanzioni) diventerà un ricordo del passato.