È ormai di qualche giorno fa il referendum sulla cannabis proposto da giuristi, attivisti ed esperti coordinati dalle associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone e Società della Regione.

Nel quesito si legge testualmente:

Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, limitatamente alle seguenti parti:

Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;

Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;

Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”?”

Ciò che si legge, in pratica, è la depenalizzazione alla condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico di illeciti.

Si mantengono, invece, le condotte di detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze che possono essere applicate per le condotte diverse dall’uso personale.

Come firmare il referendum?

Per la prima volta nella storia, la raccolta delle adesioni per un referendum avviene solo ed esclusivamente per via telematica. Per firmare basta collegarsi al sito referendumcannabis.it e apporre la propria firma digitale, comunicando comune di residenza e indirizzo mail.

Per firmare è necessario utilizzare una delle 3 seguenti opzioni:

  • Identità digitale (Spid)
  • Un dispositivo di firma digitale come smart card, chiavetta usb o servizio di firma digitale remota
  • Servizio TrustPro

La raccolta firme è attiva solo da pochi giorni ma ha ottenuto già l’adesione di oltre 420 mila persone. L’obiettivo delle 500mila firme necessarie per passare la mozione è ormai dietro l’angolo, tanto che non sembra nemmeno necessario aspettare il 30 settembre per raggiungere l’obiettivo.

Alcuni numeri sulla cannabis

Le firme, raccolte in pochissimi giorni, hanno confermato come intorno alla questione cannabis ci sia un interesse quasi comune. Secondo l’Istat, i consumatori di cannabis in Italia sono oltre sei milioni, con un mercato delle sostanze stupefacenti che muove attività economiche per 16,2 miliardi di euro (39% dai derivati della cannabis e 32% all’utilizzo di cocaina).

Il tutto, senza considerare che la legalizzazione potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 7 miliardi di euro all’anno e circa 35mila nuovi posti di lavori.

Questi soldi sommersi, attualmente, sono gestiti dalle mafie che poi le reinvestono in altri settori. Secondo l’ultima relazione sulle Tossico Dipendenze riferita al 2020, gli incassi del mondo della criminalità provengono per il 40% dal mercato della cannabis.

Per quanto riguarda le rotte, la maggior parte delle spedizioni di marjuana partono da Grecia o Albania, mentre per l’hashish, il mercato italiano si rifornisce prevalentemente da Marocco, Siria, Spagna e Albania.

Chiudiamo questa panoramica con la relazione del Parlamento riguardo alle segnalazioni arrivate nel 2020 alle Prefetture per quanto riguarda le sostanze psicotrope.

Sono 32.879 quelle pervenute per uso personale (1/3 ha più di 40 anni, quasi il 10% è minorenne) e il 74% hanno riguardato la cannabis.

A questi si aggiungono le operazioni delle forze dell’ordine: 12.066 quelle riguardanti la cannabis nel 2020 che resta, attualmente, lo stupefacente più sequestrato nel nostro Paese.

Di tutta la droga individuata, il 50% riguarda i prodotti della cannabis (principalmente la marijuana), il 23% la cocaina, il 24% sostanze sintetiche e poco meno dell’1% eroina e altri oppiacei.