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I recettori cannabinoidi CB1 sono dei componenti essenziali del sistema endogeno, o endocannabinoide, del nostro corpo.
Ogni funzione del nostro corpo, come sappiamo, richiede un equilibrio, o omeostasi, per svolgersi al massimo delle sue capacità.
Il sistema endocannabinoide (ECS) aiuta il nostro corpo a mantenere l’omeostasi attraverso i suoi tre componenti principali: le molecole “messaggere”, chiamate cannabinoidi, i recettori a cui queste molecole si legano e gli enzimi che le scompongono affinché il corpo le sintetizzi.
Dolore, stress, appetito, energia, metabolismo, funzione cardiovascolare, ricompensa e motivazione, riproduzione e sonno sono tutte funzioni che l’ECS può modulare.
Recettori cannabinoidi CB1: dove si trovano?
I recettori cannabinoidi più studiati del corpo sono i recettori cannabinoidi CB1 e i recettori cannabinoidi CB2.
I recettori cannabinoidi CB1 si trovano in gran parte nel sistema nervoso centrale, dove regolano un’ampia varietà di funzioni celebrali e, più sporadicamente, in tutto il corpo, inclusa la pelle.
L’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2-AG), i due cannabinoidi endogeni più importanti, o cannabinoidi prodotti all’interno del corpo, si legano entrambi ai recettori CB1.
In questo modo i recettori CB1 funzionano insieme ad altri recettori endocannabinoidi situati all’interno del tuo corpo.
I recettori CB1 possono anche essere pensati come i recettori del THC, in quanto sono il bersaglio del recettore per il tetraidrocannabidolo (THC), il componente centrale inebriante della marijuana.
Questo rende il recettore CB1 un attore importante negli effetti euforici della cannabis.
Negli esseri umani la proteina CB1 viene codificata, o prodotta, dal gene CNR1. Come tutte le altre proteine prodotte dal nostro corpo, i “progetti” su come costruirle risiedono nel nostro DNA.
Modifiche o mutazioni casuali, o ereditate, sono molto comuni in questi progetti. Tra il pubblico in generale, troverai persone che portano diverse versioni del CNR1, il modello del recettore CB1.
Questo potrebbe, almeno in parte, spiegare alcune delle differenze nelle reazioni umane ai composti della cannabis come il THC e il CBD.
L’uso ripetuto della cannabis provoca tolleranza attraverso una diminuzione dell’espressione del CB1 in tutto il cervello.
Ma anche 48 ore di astinenza dalla cannabis possono risensibilizzare il sistema e riportare l’espressione delle proteine CB1 a un livello alla pari con quello dei non consumatori di cannabis.
Recettori cannabinoidi CB1: com’è la loro struttura?
CB1 è un recettore accoppiato solitamente alle proteine G (GPCR), un gruppo ampio e diversificato di recettori della membrana cellulare.
È anche il GPCR più ampiamente espresso nell’intero sistema nervoso, quindi si trova in tutte le aree del cervello e in tutti i tipi di neuroni.
I recettori CB1 sono come una serratura in attesa della sua chiave. Sia gli endogeni che i fitocannabinoidi (cannabinoidi che si trovano all’esterno del corpo) trovano i recettori CB1 attivi e li “sbloccano”.
Le proteine G, situate all’interno di una cellula, si legano alla coda di un recettore CB1 e vengono rilasciate per fornire messaggi quando il recettore CB1 viene attivato da una molecola agonista come il THC.
I recettori CB1 sono presenti anche all’interno delle pareti cellulari, ma gli scienziati non sono ancora sicuri se questi recettori siano attivi o aspettino solo di essere riciclati sulla superficie cellulare.
Recenti dati strutturali sui recettori CB1 rivelano che potrebbero avere una tasca di legame particolarmente adatta a ricevere segnali dal THC. Questo potrebbe spiegare perché il THC è un agonista CB1 e quindi inebriante per l’uomo.
Oltre ad essere il principale sito di legame per il THC, i recettori cannabinoidi CB1 possono essere attivati da modulatori allosterici attraverso un sito di legame alternativo.
La modulazione allosterica del CB1 può fornire nuove opportunità di effetto terapeutico, evitando gli effetti potenzialmente indesiderati del THC.
Ecco cosa fanno nello specifico
I recettori CB1 sono il bersaglio di endocannabinoidi, anandamide e 2-AG. Questi cannabinoidi sono indicati come “messaggeri retrogradi”, perché fluttuano all’indietro attraverso lo spazio tra due neuroni, nella direzione opposta di altri neurotrasmettitori.
Dopo che queste molecole si legano ai recettori CB1, le proteine G vengono rilasciate dalla coda intracellulare del CB1, attivando una serie di altri processi intracellulari.
Uno dei processi intracellulari più importanti, mediati dal CB1, è l’impatto sul rilascio dei neurotrasmettitori.
Il ruolo principale dei recettori CB1 nel cervello è quello di regolare il rilascio di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina e il glutammato.
Pensa ai recettori cannabinoidi CB1 come a dei vigili che attraversano i neurotrasmettitori, consentendo loro di attraversare un passaggio pedonale a intervalli controllati.
L’attività dei CB1 riduce essenzialmente le probabilità che un neurone rilasci i suoi neurotrasmettitori.
Qual è l’effetto dei cannabinoidi sui recettori CB1?
Cosa succede però quando un agonista o una molecola attivante si lega ai CB1? L’attivazione dei recettori cannabinoidi CB1 può provocare diversi effetti distinguibili, che vanno da quelli terapeutici a quelli cosiddetti “d’ostacolo”.
I recettori CB1, solitamente, vengono attivati da una classe di composti chimici noti come cannabinoidi.
I cannabinoidi sono generalmente classificati in base a come vengono prodotti.
Gli endocannabinoidi sono prodotti naturalmente all’interno del nostro corpo.
I fitocannabinoidi sono prodotti nelle piante, in particolare nella cannabis.
I laboratori possono produrre anche sinteticamente dei cannabinoidi utilizzabili dal nostro corpo, che funzionano in modo simile ad un cannabinoide prodotto in modo naturale.
Il motivo per cui la cannabis ha un impatto così evidente sul tuo corpo è perché i cannabinoidi che produce attivano i recettori CB1 e CB2.
Questa è la ragione per cui alcune persone si riferiscono in modo informale ai recettori dei cannabinoidi, chiamandoli, ad esempio, “recettori della cannabis”.
Quando consumi cannabis, i cannabinoidi della pianta interagiscono con i recettori dei cannabinoidi nel tuo corpo, attivando in tal modo qualsiasi funzione che svolgono questi recettori.
Perché mi sento “fumato” o “stonato”?
Tra le tante altre cose, un’importante funzione svolta dai recettori CB1 è quella di aiutare a regolare e a controllare i circuiti limbici e di ricompensa del cervello.
I recettori CB1 influenzano la trasmissione della dopamina e producono uno sballo euforico quando innescato dal THC.
Recettori cannabinoidi CB1: quali altri effetti provocano?
Oltre a facilitare gli effetti euforici della cannabis, i recettori CB1 sono anche coinvolti nel dolore, dall’alto verso il basso, del cervello.
Il principale punto di mitigazione del dolore di CB1 è nel mesencefalo, dove si trova il “quartier generale” del dolore.
Sia i cannabinoidi che gli oppioidi alleviano il dolore attraverso questo percorso discendente.
Questo è il motivo per cui il THC è un antidolorifico più efficace del CBD. Per avere quindi un profondo effetto alleviante sul dolore, molti pazienti potrebbero dover “chiamare a raccolta” i recettori CB1 nel loro cervello.
Il CBD non attiva i recettori CB1 ed è, quindi, meno efficace in alcune persone per alleviare il dolore rispetto al THC.
Tuttavia il CBD è un anti infiammatorio efficace, pertanto per alcuni pazienti potrebbe già rivelarsi particolarmente efficace da solo.
1. Sedazione e compromissione motoria
Anche la sedazione e la compromissione delle capacità motorie, provocate dalla segnalazione degli endocannabinoidi, sono probabilmente mediate dai recettori CB1 nei gangli della base, dove il cervello coordina il movimento.
2. Compromissione cognitiva e della memoria
La capacità della cannabis di influenzare la cognizione e di alterare la memoria avviene attraverso l’attivazione dei recettori CB1 nell’ippocampo.
3. Tachicardia
La cannabis è nota per la sua capacità di produrre una frequenza cardiaca anormalmente veloce, nota anche come tachicardia.
I recettori CB1 situati sulle cellule cardiache possono svolgere un ruolo nella tachicardia quando vengono attivati direttamente.
I recettori CB1 sono prominenti nelle aree del sistema nervoso autonomo, compreso il midollo, che è responsabile delle funzioni vitali involontarie come la respirazione e la frequenza cardiaca.
I recettori CB1 sono abbondanti nel midollo allungato, dove la punta del midollo spinale si collega con il cervello e dove vengono controllate le funzioni vitali involontarie del corpo.
4. Appetito
Come parte del sistema endocannabinoide, i recettori CB1, specialmente nell’ippotalamo, svolgono un ruolo importante nell’appetito e nel metabolismo.
I recettori CB1 hanno un ruolo sia nella spinta “energetica”, o basata sulla sopravvivenza, a mangiare, sia nella spinta “edonica”, o spinta a mangiare per piacere.
Le interazioni recentemente scoperte tra l’ECS e il microbioma intestinale, o “comunità” di microrganismi all’interno dell’intestino, possono anche svolgere un ruolo nelle funzioni metaboliche del corpo.
Il THC si lega ai recettori CB1?
Il THC è un agonista dei recettori CB1 e CB2, quindi si lega ai recettori dei cannabinoidi del tuo corpo e imita la funzione, e il ruolo, degli endocannabinoidi.
In sostanza una molecola di THC produce i suoi effetti attivando il recettore CB1, o CB2, a cui si lega.
Il CBD si lega ai recettori CB1?
All’interno del sistema endocannabinoide del tuo corpo non ci sono recettori di CBD specifici.
Piuttosto, i cannabinoidi si legano ai recettori CBD1 e CB2, dove agiscono sia come agonisti – imitando gli endocannabinoidi prodotti in modo naturale dal tuo corpo – sia bloccando i recettori e limitandone l’attività.
Il THC è un agonista e anche il CBD è un agonista. Il CBD, al contrario del THC, blocca i recettori CB1 anziché attivarli, motivo per cui si ritiene che questo composto della cannabis contrasti alcuni degli effetti prodotti dal THC.