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Molto probabilmente hai già sentito parlare di olio CBD, ma non sai di cosa si tratta. Nelle prossime righe potrai trovare informazioni sulle caratteristiche e sui vantaggi di questo cannabinoide.
Con tale definizione, si inquadra una molecola in grado di interagire con le funzioni del sistema nervoso umano e di influenzarle. Dopo aver chiarito questo punto, iniziamo con il dire che il CBD è un principio attivo della cannabis. Si tratta del più importante dopo il THC. Gli effetti che provoca sono però molto diversi.
Le sue proprietà sono infatti alla base dell’utilizzo della marijuana a scopo terapeutico in molti Paesi del mondo. Fondamentale quando si descrive i suoi effetti è sottolineare che non è un principio psicoattivo. Agisce anzi contenendo gli effetti del THC che, notoriamente, fa “sballare” se assunto in quantità eccessive
Come agisce l’olio CBD?
L’olio CBD è presente nella cannabis in quantità inferiori rispetto al THC. La sua azione è però fondamentale quando si parla di uso terapeutico della marijuana. In questo caso si discute principalmente di trattamento del dolore cronico, una vera e propria patologia molto diffusa nei Paesi occidentali.
L’olio CBD agisce infatti su quei neurorecettori che permettono di vivere un’esperienza di natura analgesica, ossia di sollievo dal dolore.
I recettori agiscono come antenne che captano specifici segnali. Presenti soprattutto nelle aree del cervello responsabili della percezione di stimoli e sensazioni provenienti dall’esterno, compongono il sistema endocannabinoide, noto anche con l’acronimo di SEC.
Dove si trovano? Distribuiti tra il cervello e il sistema nervoso periferico. Facile è capire il loro coinvolgimento in processi come la memoria, l’appetito e le sensazioni di dolore. L’olio CBD si lega ai suddetti recettori, rallentandone l’azione e influenzando quindi, tra le altre cose, i processi di percezione del dolore.
Fondamentale è ricordare che la sua azione si concretizza sul sintomo e non sulla causa del dolore. L’olio non elimina completamente il dolore, le cui cause non sono sempre facili da individuare. Questo componente può essere assunto in diversi modi.
C’è chi sceglie di prenderlo con il contagocce e chi, invece, di aggiungerlo ai cibi. Da ricordare è che non è sempre facile trovarlo. Considerando che la marijuana viene coltivata soprattutto a scopo ricreativo e che l’olio CBD è un antagonista del THC, è facile comprendere quanto sia difficoltoso trovare varietà che ne contengano percentuali considerevoli.
Le cose ovviamente cambiano se ci si rivolge a realtà specializzate nella vendita di cannabinoidi per uso terapeutico.
Caratteristiche chimiche dell’olio CBD e principali proprietà
L’olio CBD è caratterizzato dalla formula molecolare C21H30O2. Nasce ovviamente dal medesimo precursore del THC. La molecola in questione è nota come acido cannabigerolico. Molto diffuso nelle pubblicazioni scientifiche è l’utilizzo dell’acronimo CBGA.
Principio attivo della cannabis, il CBD è considerato un punto di riferimento universale per il trattamento del dolore cronico e degli effetti di alcune gravi patologie, come per esempio la sclerosi mulipla.
La sua efficacia è stata studiata più volte. Da ricordare in primo luogo è l’effetto lenitivo sull’ansia provocata dal THC. I suoi benefici non finiscono certo qui! L’olio CBD, infatti, agisce anche come anti emetico. Utile contro le convulsioni, viene utilizzato in psicoterapia per trattare le crisi psicotiche anche non legate agli effetti del THC.
Molto noti sono anche i suoi effetti antinfiammatori. In alcuni casi è stata notata un’azione riduttiva sulle masse tumorali. A tal proposito è bene ricordare la necessità di maggiori evidenze cliniche. In generale gli studi effettuati nel campo hanno individuato un’influenza dell’olio CBD sul recettore GPR55.
Il suddetto, quando viene attivato, contribuisce alla proliferazione delle cellule tumorali ma anche all’insorgenza dell’osteoporosi. Le ricerche hanno individuato un’azione di blocco dei segnali da parte dell’olio, che agisce anche a livello antiossidante, contribuendo a tenere sotto controllo la degenerazione delle cellule cerebrali.
Impiegato nel trattamento di patologie che vanno dal diabete all’epilessia, questo cannabinoide è efficace anche nei casi di gestione dei disturbi post traumatici da stress.
Negli ultimi anni, come già specificato, sono aumentati gli studi riguardanti i suoi effetti sulle cellule tumorali. In molti centri il cannabidiolo in questione viene utilizzato anche per tenere sotto controllo gli effetti collaterali della chemioterapia. Per ora è decisamente troppo presto per definirlo come un vero e proprio sostituto.
Marijuana: in quanti casi la pianta è ricca di CBD?
Quando si parla di olio CBD, è molto importante soffermarsi sulla quantità di principio attivo che si può trovare nelle piante. Da ricordare a tal proposito è che, in media, circa il 25% dei semi è destinato a diventare una pianta ricca di olio. Per riconoscere i ceppi più promettenti è possibile ricorrere a test specifici. Le suddette procedure si possono condurre sulle piante già in fase vegetativa.
Consentono di avere un’idea sul rapporto tra THC e CBD anche senza avere a portata di mano il germoglio vero e proprio. Le procedure di testing sono orientati a dati sia qualitativi, sia quantitativi. In alcuni casi possono essere effettuate anche a casa acquistando kit ad hoc.
CBD: qual è il dosaggio migliore?
L’olio di CBD, secondo quanto rilevato da diversi studi internazionali, è privo di effetti collaterali. Qual è il dosaggio consigliato? A prescindere dalla modalità di assunzione, si parla di massimo 3 – 4 gocce da assumere nel corso della giornata.
L’organismo umano è in grado di tollerare mediamente 160 mg al giorno. Tornando alle modalità di assunzione, bisogna ricordare che l’olio CBD può essere assunto come qualsiasi altro integratore alimentare.
La soluzione più comoda sono però le gocce sotto la lingua. Questa scelta ha una ragione precisa, che va al di là della praticità. Il tessuto sublinguale è infatti ricchissimo di capillari. Questi piccoli vasi ematici consentono una diffusione molto rapida del principio attivo nel flusso sanguigno. Il sapore è abbastanza gradevole.
Assistenza sanitaria e olio CBD: ci sono coperture?
L’olio di CBD non è coperto dall’assistenza sanitaria. Ricordiamo infatti che non si tratta di un farmaco, ma di un integratore. Rientra quindi nelle soluzioni curative che non possono essere rimborsate dal servizio sanitario nazionali al pari di massaggi, cure termali, integratori naturali per favorire il sonno.