Marijuana

Lo sai che esistono tantissimi modi per assumere Marijuana, tendenzialmente anche più salutari della classica fumata?

Ovviamente la classica canna è il metodo più utilizzato dai consumatori, il metodo tradizionale, quello utilizzato da sempre anche dalle popolazioni che iniziarono a farne uso moltissimi anni fa.

Ma anche per fumare la marijuana ci sono diversi metodi: dal puretto (erba pura), la classica canna (con il tabacco), la pipa, il cilum, etc.

Fumando gli effetti dell’erba vengono avvertiti quasi subito e hanno una durata relativamente breve (un’ora o due), se mescolata con il tabacco. Questo metodo è infatti considerato uno dei modi più economici ed efficienti per raggiungere un “high” psicoattivo, in quanto sono necessarie solo cartine, narghilè, pipe o bong.

Tuttavia, come abbiamo già anticipato, fumare è anche il modo meno salutare di assumere cannabis. La combustione di un composto vegetale, come abbiamo già detto in un precedente articolo del blog, sprigiona sostanze cancerogene: la Cannabis non fa eccezione.

L’erba, pur non contenendo queste sostanze nella sua forma naturale, quando brucia sprigiona sostanze altamente nocive per il nostro organismo, soprattutto se mischiata al tabacco delle sigarette (che invece contiene per esempio catrame). La combustione, inoltre, distrugge gran parte dei cannabinoidi, riducendo sensibilmente la loro concentrazione nel fumo.

La vaporizzazione della marijuana

Un altro modo per assumere la marijuana è la vaporizzazione: questo metodo consiste nel surriscaldare la cannabis fino a rendere il THC e gli altri cannabinoidi contenuti all’interno di una cima inalabili, sotto forma di vapore.

Il vaporizzatore riscalda la cannabis ad una temperatura controllata di circa 210°C (la maggior parte dei cannabinoidi ha un punto di ebollizione di 392° F, corrispondenti a 200°C), facendo così passare i principi attivi allo stato di vapore, senza combustione. Per questo può essere considerato un metodo più salutare di assunzione. I principi attivi infatti vengono assunti in forma molto pura, vengono mantenute le caratteristiche chimiche dei principi attivi e non si creano i prodotti dati dalla combustione, offrendo anche un sapore più intenso.

Questo metodo permetterà quindi anche di assumere quantità d’erba inferiori per ottenere gli stessi effetti di una canna con maggiori quantità di marijuana ed in modo molto più discreto (i vaporizzatori non generano odori troppo intensi e persistenti).

Tutto questo è ampiamente dimostrabile. Per esempio durante uno studio condotto in California, il Dr. Donald Abrams ed i suoi colleghi, hanno somministrato a 18 soggetti sani tre diversi tipi di cannabis, rispettivamente con un contenuto di THC del 1.7%, 3.4% e 6.8%, sia attraverso la vaporizzazione, sia fumando. Nonostante i picchi di concentrazione plasmatica e la biodisponibilità del THC fossero simili nelle due condizioni, i livelli di monossido di carbonio erano decisamente ridotti con la vaporizzazione.  

Un altro studio, condotto in Olanda, ha invece dimostrato che usando un buon vaporizzatore in media il 54% del THC contenuto nelle infiorescenze viene vaporizzato, e di questo circa il 35% viene successivamente espirato dal consumatore. I livelli di THC assunti tramite la vaporizzazione quindi sono analoghi o più alti rispetto a quelli ottenibili tramite il fumo da combustione, ma a differenza del fumo la vaporizzazione di marijuana NON comporta l’assunzione di sostanze nocive per le vie respiratorie.

Questo metodo di vaporizzazione sta diventando sempre più utilizzato, proprio perché più salutare, ma anche perché i cannabinoidi rilasciati senza combustione non vengono “persi” come avviene in parte per sovra combustione, permettendo quindi un consumo più efficiente.

Mangiare la marijuana

Ma la marijuana si può anche mangiare! Tra gli alimenti a base di marijuana troviamo brownie, biscotti, crepes o addirittura la pizza.

Il modo migliore in questo senso probabilmente è farli sciogliere in grassi (come burro o latte ad esempio), così da renderli più digeribili. Per questo gli effetti ci mettono più tempo a manifestarsi, ma durano dalle 4 alle 8 ore.

Ciò che rende “appetibile” questo metodo d’assunzione è che gli edible (le pietanze con marijuana) possono essere facilmente conservati in frigo o congelatore, per tutto il tempo che si vuole, garantendo un prodotto psicoattivo sempre pronto all’uso.

In questo caso è quasi impossibile definire con precisione l’effettivo contenuto di THC presente all’interno di una pietanza: infatti peso, metabolismo e abitudini alimentari del consumatore possono influire molto sul dosaggio. Per esempio mangiare a stomaco vuoto tende ad amplificare molto gli effetti, ovviamente.

Entrando in digestione, il THC può avere effetti molto forti, soprattutto dopo aver ingerito una quantità eccessiva di edible ci si potrebbe sentire a disagio e ansiosi, anche perché cucinare la cannabis è il secondo metodo (oltre alla combustione) per provocare il cosiddetto “high” .Mangiando prodotti a base di cannabis però bisogna fare attenzione, per chi è alle prime armi sbagliare il dosaggio è semplice e gli effetti possono essere veramente sgradevoli, soprattutto perché non si fanno sentire subito, ma dopo un po’.

Ma si può anche bere la Marijuana!

Ma se si può mangiare, si potrà anche bere la marijuana? Si!

Oltre alle bevande che si trovano in commercio, a base di cannabis, si possono per esempio preparare delle tisane.

L’infuso di cannabis infatti è un ottimo modo per assumere la sostanza in modo sano, senza rinunciare agli effetti psicoattivi. Attenzione però: il THC non è idrosolubile (non si scioglie in acqua), ma invece liposolubile (si scioglie nei grassi). Per preparare l’infuso infatti bisognerà per esempio utilizzare del latte. Come per gli edible gli effetti arrivano dopo un paio d’ore, sono più forti (possono durare dalle 4 alle 8 ore) e bisogna quindi fare molta attenzione ai dosaggi.

Ancora un metodo di assunzione della marijuana è il Blubber.

Potrebbe sembrare un normale tipo di bong, ed in effetti fa parte proprio di quella categoria, ma a differenza dei bong normali non richiede combustione!

Il braciere del Blubber infatti consiste in una parte metallica (Nail) che viene precedentemente scaldata: quando è incandescente, ci si serve di un particolare strumento, il Dabber, per prendere l’estratto e farlo aderire al Nail rovente. In questo modo l’estratto evapora, non brucia. Il metodo è quindi un po’ più salutare per i nostri polmoni.

Esistono anche Oli e tinture a base di Cannabis

Ancora esistono oli e tinture a base di marijuana. Questi forse sono i metodi meno popolari per l’assunzione.

Le tinture sono concentrati di cannabinoidi, tra cui il THC, precedentemente attivati e poi legati all’alcool, per ottenere una soluzione liquida da applicare. In generale le dosi sono molto concentrate ed una sola goccia sotto la lingua è più che sufficiente per indurre l’high. A differenza degli altri metodi di assunzione le tinture sono famose per provocare effetti psicoattivi in pochissimo tempo. L’effetto dura un paio d’ore.

Le tinture sono molto difficili da realizzare ma rimangono una buona alternativa ai metodi tradizionali di assunzione: infatti possono essere mescolate con altre sostanze da ingerire e sono molto più discrete.

Gli oli commestibili a base di marijuana invece spesso vengono venduti sotto forma di pillole da ingerire per via orale. Generalmente sono indicate per uso medico, ma contengono sia elevate quantità di CBD sia di THC, quindi provocano un effetto high che, dato il modo di assunzione, può essere molto forte.

 

Sei interessato a questa tematica?