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In molti si chiedono se la marijuana di oggi è più potente di quella di ieri? In realtà è proprio così, infatti la marijuana coltivata in passato non era forte come quella che invece si trova oggi.
La conferma di questa ipotesi arriva da alcuni campioni testati dal Centro di Ricerca per i Progetti Naturali nell’Università del Mississippi. I ricercatori infatti hanno preso dei frammenti di marijuana di circa 40 anni fa e hanno dimostrato che questa era tra il 57 e il 67% meno potente di oggi.
La potenza è stata valutata sulla base delle sostanze psicoattive presenti all’interno della marijuana, che in passato risultavano essere meno di quelle che invece è possibile trovare oggi.
La media di THC contenuto all’interno delle varie qualità di piante si avvicinava alla media del 5%, mentre oggi all’interno delle infiorescenze di cannabis si trova circa il 18% di THC.
Nuove qualità più potenti rispetto agli anni passati
Quando ci si chiede se la marijuana di oggi è più potente di quella di ieri, forse ti stai chiedendo anche perché quella di oggi presenta sostanze più psicoattive rispetto a quella degli anni ’60. Il motivo principale per il quale la marijuana di oggi è più forte rispetto a quella di ieri è dato dal fatto che sono cambiate le qualità che si trovano in commercio.
Infatti, durante gli anni ’60 gli hippie producevano cannabis dai semi colombiani che arrivavano tramite il contrabbando, questi semi venivano coltivati in modo naturale, ma a causa delle condizioni di scarsa luminosità il THC non riusciva a riprodursi in modo ottimale e quindi il contenuto di questo cannabinoide nella pianta era minore rispetto ad oggi.
Il contenuto di THC è iniziato ad aumentare negli anni ottanta, quando le coltivazioni hanno avuto maggior successo ed è stato possibile migliorare le condizioni di illuminazioni con delle specifiche lampada che permettevano un influsso maggiore di THC all’interno delle infiorescenze.
Anche la qualità di erba coltivata è cambiata con gli anni, la diffusione a livello mondiale ha fatto sì che aumentasse la produzione di marijuana di alta qualità, facendo sì che man mano le qualità più mediocri si confinassero agli argini della commercializzazione.
Infine, bisogna considerare che nel corso di questi decenni, anche i feedback ottenuti dai consumatori hanno permesso la coltivazione di qualità sempre più potenti e con alti contenuti di cannabinoidi psicoattivi come il THC.
La tecnologia e l’avvento di nuove tecniche di coltivazione
Come abbiamo accennato rispetto agli anni passati, in particolar modo agli anni ’60 quando è iniziato il maggior consumo di cannabis nel mondo, i coltivatori sono migliorati, aiutati dalle nuove tecniche di coltivazione e dalla tecnologia, ma anche dall’arrivo del web.
Infatti, grazie ad internet è stato possibile condividere le proprie conoscenze sulla cannabis in tutto il mondo. I coltivatori professionisti si sono confrontati sui migliori strumenti di coltivazione, sui semi di alta qualità, sui nutrienti di ogni varietà di cannabis e sui loro contenuti di THC.
Nei paesi dove il proibizionismo è stato scalzato, la coltivazione della cannabis è diventata sempre più tecnicamente avanzata e poi le coltivazioni hanno potuto usufruire della luce del sole naturale che permette alla pianta di marijuana di migliorare il contenuto di nutrienti, di cannabinoidi e THC, oltre che aumentare la produzione di resina naturale. Oltre alle qualità prodotte all’aperto anche quelle prodotte al chiuso sono migliorate tantissimo, infatti anche i coltivatori nelle serre sono riusciti a sfruttare al meglio l’illuminazione interna per far crescere le piante in modo ottimale.
Tutte queste tecniche, la diffusa conoscenza, la possibilità di aumentare la produzione e l’eliminazione delle problematiche dovute al proibizionismo in alcuni paesi, hanno permesso di creare varie qualità di cannabis di alta qualità e con migliori contenuti di THC.