Le vendite degli snack negli Stati americani in cui è stata legalizzata la marijuana, secondo un rapporto pubblicato dal gruppo di ricerca Nielsen, hanno registrato un tasso di crescita annuo del 7,2% negli ultimi quattro anni contro una crescita del 6% negli altri Stati.

“Il consumo di marijuana ha dimostrato clinicamente, e aneddoticamente, di stimolare l’appetito dei consumatori e il godimento del cibo” si legge nel rapporto.

Secondo Nielsen, le vendite di snack salati sono state pari a 29,9 miliardi di dollari da aprile 2018 ad aprile 2019 rispetto ai 27 miliardi di dollari dei 12 mesi del 2017.

La recente ricerca della società supporta un altro studio, realizzato in precedenza, che aveva determinato che le vendite di patatine, biscotti e gelati sono aumentate in Colorado, in Oregon e a Washington quando la marijuana ricreativa è stata legalizzata in quegli Stati.

Gli elettori del Colorado e dello Stato di Washington avevano deciso di legalizzare la cannabis nel 2012. Quelli dell’Oregon invece li hanno seguiti tre anni più tardi, nel 2015.

“Questi potrebbero sembrare piccoli numeri” ha detto un professore di economia dell’Università del Connecticut. “Ma sono statisticamente, e anche economicamente, significativi.”

Le vendite di chips, stando allo studio, sono aumentate del 5,3%, mentre quelle dei biscotti del 4,1% e quelle dei gelati del 3,1% a seguito della legalizzazione della cannabis.

Poco dopo aprile 2019 la crescita vertiginosa degli spuntini, così come dei gelati, è diminuita, ma non quella dei biscotti, che è rimasta stabile.

“Il consumo di marijuana, secondo un mito molto diffuso, è associato alle cosiddette voglie, ovvero all’irresistibile bisogno di consumare grandi quantità di snack o cibo spazzatura come gelati, biscotti, caramelle e simili” hanno scritto i ricercatori.

Tuttavia lo studio dell’Università del Connecticut non ha specificato quali marchi hanno registrato un aumento delle vendite.

cannabis cheeseburger

Tim McIntyre, portavoce di Domino’s DOM, che ha registrato un +2,33%, ha dichiarato a MarketWatch che la società analizza le sue vendite in una miriade di modi, ma di non aver ancora analizzato le vendite di pizza negli Stati in cui è stata legalizzata la marijuana rispetto agli altri in cui è ancora illegale.

Lo studio dell’Università del Connecticut potrebbe essersi focalizzato soltanto sui tre Stati situati ad ovest del fiume Mississippi, ma c’è anche da dire che in 11 Stati, distretto di Columbia incluso, la marijuana ricreativa è stata legalizzata e resa accessibile a tutte le persone dai 21 anni in su.

La legalizzazione dell’Illinois per l’uso creativo, sempre se non ci sono sorprese dell’ultima ora, dovrebbe invece entrare in vigore nel corso del 2020.

Certo, è duro, ma in questo caso non possiamo non ricordare ai consumatori che troppi spuntini, come anche troppi viaggi ai fast food, a lungo andare hanno conseguenze nefaste, come l’aumento di peso e i problemi cardiovascolari.

È vero dunque che la marijuana, anche quella legalizzata, fa aumentare le voglie?

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Anche se, secondo quanto affermato dallo studio condotto dal gruppo Nielsen, l’aumento della voglia dei cibi spazzatura nei consumatori di marijuana è soltanto una leggenda metropolitana e nient’altro, a smentirlo ce n’è un altro, realizzato nel 2015 presso l’Università di Yale.

Secondo questo studio, che è ancora più incentrato sul rapporto consumo di marijuana=aumento delle voglie e del consumo di cibo spazzatura e snack, la cannabis, oltre a dare un senso di relax e a scatenare l’allegria, attiva anche i neuroni del cervello che inducono la fame.

In poche parole quindi, sebbene (e qui lo sottolineiamo anche noi) non ci siano ancora prove certe, le voglie provocate dalla marijuana non solo sono reali, ma possono anche portare ad un aumento del consumo di junk food.