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Quando si parla della cannabis, è normale fare riferimento agli effetti che ha sul cervello. C’è chi, estremizzando, li definisce come il preambolo di una vita di fallimenti, condotta all’insegna della povertà e dei problemi mentali. Per fortuna c’è anche chi indaga in maniera scientifica, concludendo per esempio che gli adolescenti, visto il loro cervello in via di sviluppo, non dovrebbero assumere cannabis.
Entrando maggiormente nello specifico, è bene ricordare che i cannabinoidi presenti nella cannabis hanno degli effetti sulla memoria. Come si concretizzano? La prima cosa da specificare al proposito è che le persone che assumono marijuana tendono a dimenticare le cose.
Questa proprietà dei cannabinoidi può essere sfruttata in ottica terapeutica. Per capire meglio la situazione, specifichiamo che ogni singolo individuo reagisce in maniera diversa a seconda delle sue caratteristiche fisiche. La scienza dovrebbe – e in qualche modo lo sta già facendo – analizzare con attenzione questi aspetti.
Un esempio da prendere in considerazione al proposito riguarda gli effetti positivi sui bambini che, grazie ai cannabinoidi, possono apprezzare dei miglioramenti riguardanti la sindrome di Dravet, una patologia simile all’epilessia.
Nel caso specifico dell’azione sul cervello e sulla memoria, bisogna sottolineare che i cannabinoidi agiscono da interruttore biologico. Ciò significa che influenzano direttamente i segnali elettrici del cervello. Chiaramente gli effetti cambiano a seconda della varietà di cannabis.
Per entrare nello specifico, ricordiamo che la varietà indica è più propensa a causare sonnolenza e a provocare un rallentamento delle funzioni del cervello.
La cannabis sativa, invece, è famosa per come riesce ad agire come stimolante mentale. La marijuana, tenendo conto del fatto che la capacità mnemonica varia da individuo a individuo, può avere degli effetti a dir poco benefici su questa capacità della mente.
I vantaggi della cannabis sulla memoria
I vantaggi della cannabis sulla memoria sono diversi e possono palesarsi anche dopo l’assunzine di un alimento a base di farina di canapa. In questi casi, il corpo inizia a spegnere i segnali dei neurotrasmettitori. Il cervello, invece, comincia a percepire meno i dolori.
I risultati benefici possono riguardare anche la riduzione dei sintomi depressivi.
Altri effetti della cannabis sulla memoria
Come già specificato, non tutte le memorie possono essere definite uguali. Il cevello umano agisce in modi diversi a seconda delle situazioni biologiche e ambientali. Esiste la memoria a lungo termine, che funziona con dei ricordi che sono come salvati su un hard disk.
La memoria a breve termine, invece, è caratterizzata da dati che sono come salvati solo temporaneamente e possono essere recuperati in caso di necessità. La memoria a breve termine è quella maggiormente influenzata dagli effetti della marijuana.
A essere colpite sono in particolare le immediate percezioni che coinvolgono l’ambiente circostante. Assumendo cannabis, vengono drasticamente ridotti i processi di elaborazioni dei pensieri e dei ricordi.
Questi effetti possono rivelarsi particolarmente efficaci nel caso dei soggetti che soffrono di disturbo post traumatico da stress.
Cosa dire, invece, sugli effetti che la marijuana ha sulla memoria verbale? Prima di entrare nel dettaglio, ricordiamo che questa tipologia di memoria è correlata alla concentrazione. Nel caso specifico dei consumatori ricreativi, si possono individuare degli effetti negativi.
Qualche esempio? L’atteggiamento distratto e, in alcuni casi, le difficoltà nella pronuncia di alcune parole e nell’espressione verbale di alcuni concetti. Secondo diversi studi, i processo mnemonici che ci consentono di arricchire il vocabolario possono essere influenzati negativamente dall’assunzione di cannabis.
La ricerca, inoltre, ha sottolineato che la marijuana può interferire anche sulla memoria di lavoro. Nello specifico, i soggetti che assumono marijuana tendono, per effetto del ΤHC, ad avere un’inferiore capacità mnemonica di lavoro. A essere intaccata in questi frangenti può essere la capacità di imparare e di costruire determinate connessioni.
Poco frequente ma possibile è l’influenza della cannabis sulla memoria a lungo termine, Anche in questo caso, a trarre benefici possono essere soprattutto i soggetti affetti da disturbo post traumatico da stress.
La cannabis, quindi, ha la possibilità di aiutare le persone a dimenticare alcuni ricordi dolorosi, come per esempio quelli legati agli incidenti o a situazioni particolamente traumatiche.
Conclusione
Se si nota che la cannabis ha effetti negativi sul fisico e sulla mente, è fondamentale fermarsi un attimo e valutarne l’entità. Cosa si può fare poi? Cambiare varietà oppure ridurre le quantità di marijuana consumate giornalmente. Questo vale per i consumatori ricreativi.
Cosa deve fare, invece, chi assume cannabis per scopi terapeutici? In questo caso bisogna considerare anche altri aspetti, come per esempio gli effetti dei farmaci.
Di certo c’è che gli effetti negativi della cannabis possono essere tenuti maggiormente sotto controllo in caso di uso terapeutico.
I problemi che si possono incontrare nei primi periodi di uso ricreativo non dovrebbero mettere in secondo piano i vantaggi che, come appena ricordato, possono coinvolgere anche la vita di chi soffre di disturbi da stress e si trova ogni giorno a convivere con ricordi difficili.