Mentre in Italia la legislazione sulla cannabis sta diventando sempre più fumosa, per i fan della Queen Mary potrebbero arrivare buone notizie dal Nord Europa, più precisamente dalla Germania.

Il partito di Angela Merkel, malgrado sia ancora oggi uno dei più conservatori, sta infatti pensando di legalizzare la cannabis in Germania.

La proposta è stata avanzata da alcuni membri di spicco dell’Unione Democratica Cristiana (CDU) che, ad oggi, sono ancora al potere, e nelle prossime settimane potrebbero già esserci i primi sviluppi interessanti.

Per il partito, da sempre noto per le sue posizioni conservatrici, si tratterebbe di una svolta politica oltre che storica. Una vera e propria inversione di tendenza che, guarda caso, potrebbe spalancare le porte del suolo tedesco alla marijuana legale:

“La cannabis potrebbe essere legalizzata per l’uso ricreativo a condizione che la sua produzione e la sua distribuzione vengano controllate” ha dichiarato Marian Wendt, portavoce della politica interna della CDU, a RND. “Le risorse dichiarate legali dalla polizia e dalla magistratura potranno essere così utilizzate per combattere il commercio illegale.”

Cannabis legalizzata per combattere lo spaccio, la svolta liberale del partito conservatore

marijuana legale germania

La dichiarazione di Wendt è arrivata dopo che la commissaria per la droga del governo tedesco, Daniela Ludwig, aveva rivelato che il partito conservatore aveva deciso di assumere un nuovo atteggiamento, più liberale, in materia di droga.

La Ludwig, che fa parte del partito “gemello” della CDU, l’Unione Cristiana Sociale (CSU), ha anche fatto un’affermazione a dir poco sorprendente, segno che il vento sta davvero cambiando in Germania, alla Neue Osnabrücker Zeitung:

“Dobbiamo finirla con i dibattiti nero su bianco carichi di ideologie, perché così facendo non risolveremo mai il problema.”

Invece il nuovo commissario della droga, interpellato sulla questione, ha dichiarato che il focus della politica sulle droghe dovrebbe essere più pratico e meno teorico:

“Alla fine della giornata, qual è il modo migliore per proteggere la salute delle persone, e quale strada adesso ha più senso imboccare per la situazione che abbiamo in questo Paese?”

Tornando a Daniela Ludwig, nella stessa intervista rilasciata al giornale, ha anche aggiunto che il partito “sta pensando alla legalizzazione della cannabis da diversi anni” e che, se si prova una volta la marijuana, ciò non significa che se ne diventi dipendenti:

“Ed è anche per questo motivo che abbiamo deciso di esaminare diversi progetti per la distribuzione controllata.”

Legalizzazione della cannabis in Germania: cambio di rotta

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Questo cambio di rotta ha un tono marcatamente diverso da quello del suo predecessore, Marlene Mortler, anche lei della CSU, che lo scorso anno aveva dichiarato in un comunicato stampa:

“Il costante dibattito sulla legalizzazione sta andando nella direzione sbagliata. In particolare, sta suggerendo ai giovani che la cannabis non è una sostanza pericolosa, quando invece non è così!”

Al momento la cannabis è legale in Germania rigorosamente solo per usi terapeutici, quindi la pianta può essere coltivata, venduta, posseduta, importata o esportata solo con l’autorizzazione dell’Istituto Federale per i Farmaci e i Dispositivi Medici.

Alle persone gravemente malate, come i pazienti affetti da SLA, possono essere prescritti farmaci a base di cannabis per alleviare il loro dolore e migliorare la loro qualità di vita.

Tuttavia, per chi ne fa un uso ricreativo, lo Stato non persegue i consumatori che sono in possesso di 6 grammi, o anche meno, di cannabis, un limite concordato dai ministri degli Interni lo scorso anno.

Il partito di Angela Merkel è l’ultimo dei principali partiti politici in Germania a mantenere una politica strettamente proibitiva sulla droga contro le politiche di legalizzazione stabilite dai socialdemocratici, dai verdi, dai liberali democratici e dal partito di sinistra.

L’anno scorso, secondo i dati ufficiali rilasciati dal governo, circa 4 milioni di tedeschi hanno fatto uso di cannabis e, di questi, il 17% aveva tra i 18 e i 25 anni e l’aveva utilizzata negli ultimi 12 mesi.