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Fumare o vaporizzare la marijuana? Il mondo delle droghe leggere si sta rapidamente evolvendo, e così anche le modalità di consumo della cannabis. Dalla tradizionale canna rollata a mano tipica della vecchia scuola di pensiero, siamo passati al vaporizzatore.
Ciascuna modalità di consumo permette l’assimilazione dei cannabinoidi, ma ci sono delle grandi differenze per l’organismo fra le due modalità di aspirazione.
Fumare o vaporizzare la marijuana? Ecco i benefici per l’organismo.
A differenza di quanto si crede, il consumo di marijuana e i conseguenti effetti prodotti dalla THC non dipendono dalla modalità di combustione, ma dalla temperatura raggiunta. La marijuana ha un punto di rilascio dei cannabinoidi a 150°C, la temperatura ottimale per riuscire a rilasciare THC e CBD allo stato puro.
Durante la combustione dello spinello le temperature raggiunte dalla combustione sono invece molto più elevate, causando la rottura degli atomi di carbonio. Gli effetti principali sono due: la distruzione della maggior parte dei cannabinoidi e la creazione dei radicali liberi.
Solo il 15% del fumo di canna contiene principi psico-attivi, mentre il restante vapore è pura combustione. Contrapposto al classico spinello abbiamo invece la vaporizzazione, in cui oltre il 95% del vapore contiene THC.
Questa fantastica percentuale è mantenuta intatta dalla temperatura regolata a 150°C, che non consente la combustione dei principi attivi. Per concludere, ricordiamo che fumare uno spinello tradizionale presenta gli stessi danni causati dal fumo di sigaretta.
La combustione si traduce in un accumulo di catrame nel nostro organismo, aumentando drasticamente la possibilità di contrarre il cancro.
È meglio fumare o vaporizzare la marijuana per far rilasciare i cannabinoidi?
A prescindere dalle questioni salutistiche, ci troviamo di fronte a un’indiscussa verità: a 150°C la cannabis rilascia la maggior quantità di cannabinoidi puri, quindi non miscelati insieme a composti di carbonio o terpeni.
Questo permette un’aspirata ricca di THC e CBD che raggiunge picchi del 48% di purezza; una differenza abissale rispetto al 15-20% circa rilasciato da una comune canna.
Anche gli effetti psicoattivi sono decisamente diversi: fumare della marijuana utilizzando il classico metodo con spinello dona una sensazione di pesantezza al corpo (il cosiddetto “effetto stone”) mentre vaporizzare marijuana ci darà l’effetto di essere totalmente senza peso.
Per risparmiare è meglio fumare o vaporizzare la marijuana?
Partendo dal presupposto che i vaporizzatori riescono a convertire circa il 50% di cannabinoidi (mentre le canne solo il 20%) possiamo dire che ad ogni fumata bruciamo letteralmente il 30% della marijuana.
Usando il vaporizzatore potremmo ridurre il 30% di cannabis solitamente consumato, perché avremo gli stessi effetti psicoattivi. Tutto questo si traduce in un risparmio medio di circa 300 Euro l’anno, una cifra destinata ad accumularsi nel tempo.
È meglio vaporizzare o fumare la marijuana per esaltarne il sapore?
Anche in questo caso il vaporizzatore batte il classico spinello. Fumare la marijuana è un’esperienza in grado di lasciare segni ben visibili addosso: un odore intenso e penetrante, che rimane a lungo su mani e vestiti.
Vaporizzare la marijuana è invece un’esperienza più discreta: permette di assaporare il vero gusto della cannabis senza essere sopraffatti dall’odore dolciastro e bruciato della comune canna.
Per gli intenditori non c’è paragone: è come assaporare una tazzina di espresso puro, senza altri sapori o aromi capaci ci coprire e alterare il vero gusto della pianta.