La cannabis è una pianta che ha oltre diecimila anni di storia. Eppure essa porta sulle spalle decenni di proibizionismo. Con il termine proibizionismo, si indica un orientamento ideologico e legislativo, che tende a vietare l’uso di alcune sostanze.

Questo in base alla loro presunta o accertata pericolosità. L’idea di fondo è che gli stati e le organizzazioni preposte al controllo debbano proteggere la società civile e la salute del cittadino.

La diffusione della cannabis oggi

Al giorno d’oggi, si sta lentamente uscendo dal così detto proibizionismo nei confronti della cannabis.

L’Uruguay, alcuni paesi degli Stati Uniti e il Canada hanno dato via libera alla legalizzazione, al fine di seguire il potenziale economico e ambientale che la pianta riserba. In generale comunque, si può affermare che la tendenza sta notevolmente cambiando.

Seppur a passi molto lenti, la cannabis sta uscendo da quell’atmosfera di segretezza e oscurantismo che ne ha impedito ogni possibile sviluppo. Questo sia in campo agricolo e industriale, che  in campo terapeutico e sanitario.

Attualmente, circa l’1,5% della popolazione mondiale può usufruire della cannabis in maniera legale anche a scopo ricreativo.

Questo dato è rilevato a seguito dell’entrata in vigore di una nuova legge, in Canada, a luglio 2018. La Nuova Zelanda prevede un referendum per il 2020, nel frattempo il dibattito rimane aperto.

marijuana act proibizionismo

In molti paesi inoltre si parla di soluzioni legate alla depenalizzazione. Si tratta di un passo che si pone a metà strada tra il divieto e la legalizzazione. In pratica il consumo e la coltivazione della cannabis sono illegali, però essi vengono tollerati o penalizzati con pene meno pesanti.

Si parla infatti di multe o lavori socialmente utili, oltre alla prescrizione di una cura per la disintossicazione. Tale tolleranza ovviamente si applica all’uso personale, non ai trafficanti.

Negli ultimi anni, si è acceso con vigore il dibattito sull’uso terapeutico della cannabis, per la cura di determinate malattie e per terapie del dolore. Diversi stati, anche in Europa, hanno rivisto la propria normativa, allargando l’utilizzo della cannabis a scopo curativo sanitario.

Anche in questo caso però, la situazione è discontinua e molto controversa. Di seguito, è riportato un quadro generale della situazione, con i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, ma solo in alcuni stati europei:

  • Italia: la canapa ad uso medico è affidata esclusivamente allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. La produzione è arrivata a 150 chili nei primi due anni di avvio, ma non risulta ancora sufficiente quindi la sostanza si importa dai Paesi Bassi;
  • Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Germania: proibiti la vendita e lo spaccio, ma è considerato solo illecito civile il possesso di modesti quantitativi di cannabis;
  • Olanda: la detenzione fino a 5 grammi non prevede sanzioni ed il consumo viene tollerato all’interno dei Coffe Shop;
  • Macedonia: grande produttrice di cannabis e zona chiave per il commercio nei Balcani. In realtà, la cannabis rimane illegale e si rischia il carcere fino a 6 anni, a seconda del quantitativo posseduto. Per pochi grammi invece, si viene rilasciati nel giro di qualche ora;
  • Romania, Belgio, Francia: permane il divieto assoluto con detenzione in carcere;
  • Regno Unito: la marjiuana è illegale, la Camera dei Lord aveva richiesto la possibilità per uso medico, ma è stata respinta dal governo;

Per quanto riguarda invece la situazione nel mondo, si possono prendere in considerazione alcuni paesi, quali:

  • Oregon, Nevada, Colorado, Washington, Alaska, Oregon, distretto di Columbia, California: la cannabis è legale;
  • Bangladesh: la cannabis viene consumata liberamente, non essendo previsti specifici divieti;
  • Israele: la cannabis è utilizzata per scopo medico;
  • Giappone: divieto assoluto dal 1948;
  • Cina: previsti campi di lavoro e rieducazione per chi fa uso e vendita di cannabis;
  • Iran, Malesia, Arabia Saudita, Emirati Arabi; prevista anche la pena capitale;

Dunque il percorso verso la liberalizzazione è ancora lungo, eppure lentamente alcuni passi si stanno compiendo.