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La cannabis non è solo sballo. Non è solo gusto oppure odore. È anche apparenza. O, per dirla in parole più semplici, più la marijuana ci sembrerà bella, più saremo invogliati a gustarla… o, sicuramente, ci piacerà di più.
Pensaci: quanti di noi andrebbero a fare la spesa in un supermercato in cui la frutta sembra essere andata a male o comprerebbero della carne macinata che sembra essere stata sotto il sole estivo per almeno una settimana di fila?
Inutile girarci attorno o cercare di giustificarci: è un comportamento normale, fa parte della natura umana. Vogliamo ottenere più soldi e, anche, avere sempre il meglio.
E lo stesso vale anche per l’erba; se prendessimo due piante uguali, ma ad una di esse applicheremmo un colore “accattivante”, puoi stare certo che nove persone su dieci acquisteranno la marijuana colorata, anche se in realtà ha la stessa potenza e gli stessi effetti di quella “normale”.
In questa guida, oltre a spiegarti come coltivare cannabis di colore viola, ti riveleremo come e perché l’erba diventa viola, cosa succede al suo contenuto di THC/resina e cosa cambia in termini di salute generale della pianta.
Cannabis viola: cos’è, come si ottiene e perché viene ricercata così tanto dai farmers
Ci sono molte ragioni per cui i farmers cercano di colorare la loro cannabis. Alcuni lo fanno per “semplice” divertimento, altri per renderla più attraente e, altri ancora, per aumentarne il prezzo.
Nel corso degli anni noi di Smoketrip ne abbiamo sentite davvero di tutti i colori. Addirittura farmers che, pur di ottenere la loro cannabis viola personalizzata, arrivavano ad usare coloranti alimentari per colorare le loro gemme di viola!
Molti farmers credono che, per rendere la cannabis di colore viola, il modo migliore sia quello di smettere di farla respirare, privandola di ossigeno, di anidride carbonica e di altri gas, e soffocando il suo processo fotosintetico affinché diventi viola.
Tuttavia questi metodi non sono consigliati, in quanto riducono la qualità complessiva dell’erba, arrivando ad eliminarla del tutto.
Qualunque sia la tua motivazione per cui vuoi la cannabis di colore viola, questa guida step by step ti aiuterà a trasformare quel vecchio e semplice seme di cannabis in qualcosa di unico – e anche di miracoloso per gli standard della maggior parte dei farmers!
Prima di tutto però soffermiamoci sul perché esiste la cannabis di colore viola e cosa significhi in termini di salute generale e di qualità della pianta.
Marijuana viola: meglio o peggio della marijuana “verde”?
Sembra difficile da credere, ma ci sono davvero dei farmers, dei venditori e addirittura dei grow shop che dicono ai loro clienti che la marijuana viola è migliore o più potente della “normale” marijuana verde.
Senza entrare in un vero e proprio dibattito scientifico, questo concetto è del tutto sbagliato.
Tutte le piante, e qui non bisogna essere un esperto di botanica per saperlo, hanno pigmenti funzionanti che vengono utilizzati per catturare l’energia proveniente dal sole.
Questa energia, ovviamente, viene usata per favorire la fotosintesi, che è il processo molecolare che consente alla pianta di crescere, di svilupparsi e di maturare.
Nella maggior parte delle piante (compresa la marijuana) il pigmento dominante è la clorofilla.
La clorofilla è estremamente efficace nella cattura dell’energia proveniente dalla luce, perché è in grado di assorbire quasi ogni lunghezza d’onda dello spettro luminoso visibile.
Infatti l’unica lunghezza che non assorbe è quella dello spettro verde (circa 530-560 nanometri) ed ecco spiegato perché la maggior parte delle piante, all’occhio umano, appare verde.
La maggior parte delle piante però ha anche pigmenti funzionali diversi dalla clorofilla. Alcune piante infatti, in assenza della clorofilla, usano l’antocianina – un altro pigmento – per catturare la luce solare.
L’antocianina, a differenza della clorofilla, assorbe tutte le lunghezze d’onda, tranne quelle che fanno parte dello spettro indaco/violetto. Detto in parole povere, riflette la luce viola, facendo così apparire la pianta di colore viola all’occhio umano.
Le piante di marijuana viola sono quindi viola perché il pigmento dominante è l’antocianina anziché la clorofilla.
Cosa significa però tutto ciò in termini di salute e di potenza della pianta? La cannabis viola “stona” davvero più della cannabis verde?
Non proprio, anzi, semmai è il contrario: la cannabis viola, proprio perché ha assorbito meno luce solare rispetto a quella verde, è meno potente.
Arrivati a questo punto, di sicuro ci saranno un sacco di farmers ed “esperti del settore” che solleveranno i forconi in aria, urlando di non essere d’accordo con questa affermazione e che stiamo raccontando un mucchio di sciocchezze, ma piaccia o non piaccia, con la scienza non si discute.
Se l’energia solare fa maturare la pianta di marijuana, cioè far crescere i germogli contenenti il THC, ciò significa che più energia assorbirà la pianta, più i suoi germogli saranno potenti.
Se invece una pianta di cannabis non assorbe energia solare a sufficienza, non sarà in grado di svilupparsi e, di conseguenza, non sarà nemmeno tanto capace di “stonare”.
Certo, ci sono altri fattori in gioco, come la genetica, ma inutile illudersi: le piante di cannabis viola sono meno potenti e stonanti rispetto a quelle verdi, anche se in compenso hanno un aspetto estetico più gradevole e curioso.
Se tutto questo ha senso per te e vuoi ancora imparare a coltivare la cannabis di colore viola, ecco come fare.
Come coltivare la cannabis viola: la guida passo a passo
Prima di illustrarti il vero processo grazie al quale potrai ottenere la tua marijuana di colore viola, ci teniamo a sottolineare che esistono alcune varietà di cannabis che crescono viola da sole.
Queste piante sono state “geneticamente” modificate per produrre l’antocianina piuttosto che la clorofilla, quindi diventeranno già viola di loro e tu non dovrai fare nulla per incoraggiarle, fuorché aspettare che siano abbastanza mature da poterle fumare.
Detto questo, ecco il processo che ti permetterà di ottenere la marijuana viola partendo da una varietà verde senza aggiungere coloranti alimentari (o altre porcate ben più chimiche).
1 – Il primo passo per ottenere una marijuana di colore viola è piantare i semi. Questo passo è uguale per tutte le varietà di canapa e comprende la germinazione del seme, la gestione della fase vegetativa e la regolazione della luce quando la pianta entrerà nella fase della fioritura.
2 – Non appena le tue piantine saranno germogliate, e il tuo raccolto sarà sopravvissuto con successo all’importantissimo stato vegetativo, il tuo processo di “conversione” dalla marijuana verde a quella viola inizierà quando le piante cominceranno a mostrare i primi segni di maturità sessuale.
3 – Ora sei arrivato al passaggio finale e, anche se è un po’ anti-climatico, è quello decisivo che ti permetterà di ottenere la marijuana viola. Esponi le tue piante a forti differenze di temperatura tra il giorno e la notte.
In altre parole, se durante il giorno esporrai le piante ad una temperatura compresa tra i 27 e i 30 gradi, durante le ore notturne dovrai cercare di far precipitare quella stessa temperatura fino a raggiungere una soglia compresa tra i 10 e i 13 gradi.
La drastica esposizione a temperature più fredde limiterà la produzione e l’attività della clorofilla, facendo prendere il controllo all’antocianina.
Consiglio importante: anche se la scienza è bella, e tu non vedi l’ora di avere tra le mani la tua prima cannabis viola, cerca di non essere troppo drastico con le fluttuazioni di temperatura. Se esporrai la tua erba a temperature inferiori ai 10 gradi, anziché viola o verde, diventerà marrone e morirà.
Se tutto procede secondo i piani, e qui sottolineiamo il “se”, dovresti vedere le gemme che iniziano a diventare viola circa due settimane prima del raccolto.
Considerazioni finali sulla coltivazione della cannabis viola
Coltivare la cannabis viola, tutto sommato, è abbastanza semplice e questo indipendentemente dalla varietà di cannabis che si sta coltivando.
L’unica cosa “realistica” da fare è quella di esporre il tuo raccolto a drastiche differenze di temperatura tra il giorno e la notte, di modo che le piante, anziché clorofilla, inizino a produrre antocianina.
Al contrario di quello che potrebbe dirti un farmer, o un budtender, “esperto”, l’erba viola non è affatto più potente di quella verde, anzi: in realtà il viola è segno di una crescita inadeguata o dilettantistica.
È vero, là fuori ci sono varietà, come la Grandaddy Purple, che sono viola e anche molto potenti, ma ciò dipende dalla loro genetica e non dal fatto che le loro gemme siano viola piuttosto che verdi.
“Okay, fin qui ci sono arrivato, ma come faccio ad esporre le mie piante ad una temperatura compresa tra i 10 e i 13 gradi?”
Eh, questo è il bello, e anche il difficile, della coltivazione della marijuana viola. Se hai qualche soldo da spendere, potresti prendere in considerazione l’idea di acquistare un’unità A/C portatile.
In alternativa, se abiti in montagna e non hai vicini troppo curiosi (anzi, non ce li hai proprio oppure sono degli hippies fattoni come te e un po’ di erba all’aperto non li disturba), puoi trasferire le tue piantine all’aperto durante la notte.
Sennò, questo se abiti in città oppure hai vicini che ficcherebbero il naso ovunque, anche nella tua biancheria sporca, puoi anche trasferirle in un frigorifero moderato e acquistato unicamente per quello scopo.
Gli svantaggi di questi due sistemi sono però evidenti: a parte che rischieresti di stressare il raccolto in modo eccessivo, ma finiresti con il mandare tutto il lavoro alle ortiche (questo se abiti in montagna e ti capita una gelata improvvisa) oppure con l’ottenere un’erba sì colorata, ma di bassa qualità.
Se vuoi imparare a coltivare la cannabis viola, la soluzione migliore potrebbe essere quella di trovare semi, o cloni geneticamente modificati, che diventino viola da soli.
Altrimenti, e qui non stiamo scherzando, potresti avere difficoltà ad ottenere dei risultati che siano visivamente accattivanti come desideri.