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Le incertezze legislative sulla cannabis light hanno colpito ancora: martedì 8 ottobre 2019, durante un blitz mattutino, la polizia ha ordinato a 4 negozi di cannabis light nelle Marche di abbassare la saracinesca per quindici giorni e i titolari sono stati denunciati per spaccio.
L’operazione è scattata dopo che alcuni cittadini avevano segnalato che, nei grow shop in questione, venivano venduti dei prodotti contenenti infiorescenze di marijuana light, che secondo la nuova normativa, sarebbero illegali.
I negozi che sono stati oggetto di questo provvedimento sono il Cb Dream e il Tutto Canapa, entrambi situati a Civitanova, l’Indoornova di Piediripa di Macerata e l’Evergreen Coffee Shop di Camerino.
Chiusi perché contenevano un tasso di thc più elevato rispetto a quello consentito dalla legge
La squadra mobile di Macerata, durante una conferenza stampa tenuta poche ore dopo il blitz, ha spiegato che, dopo aver ricevuto le segnalazioni di alcuni cittadini, ha effettuato un controllo nei quattro grow shop in cui erano state riscontrate le irregolarità:
“Dopo aver prelevato un campione di ciascun prodotto che era in vendita, lo abbiamo sottoposto ad un narcotest e ad un esame tossicologico. Una volta ottenuti i risultati necessari, abbiamo disposto un ordine di chiusura e i titolari sono stati denunciati per spaccio.”
Dei quattro grow shop che sono stati oggetto della perquisizione e del provvedimento, tre avevano già ricevuto un ordine di chiusura in passato e, a dispetto dell’ultima sentenza della Cassazione, continuavano a vendere marijuana light come se niente fosse:
“La strategia che stanno usando i produttori di questi prodotti è quella di ridurre il quantitativo di infiorescenze nelle bustine, pensando così di eludere la legge, ma se sommiamo tutte queste bustine, che contengono da un minimo di uno fino ad un massimo di cinque grammi di cannabis light, otteniamo l’effetto drogante di cui parla la Cassazione. Basta la sola presenza di thc e il prodotto non si può vendere al pubblico.”
Il Questore intima urgenza al legislatore
Il nuovo governo giallo-rosso si è installato da poco tempo, estromettendo di fatto Matteo Salvini, ma i nuovi provvedimenti adotttati dall’ex ministro dell’Interno contro la cannabis light e i suoi derivati stanno continuando a creare incertezza e pasticci legali di ogni tipo.
Interpellato a proposito, il Questore Antonio Pignataro ha dichiarato ai media che l’unico a poter risolvere l’attuale dilemma e decidere il destino “definitivo” della cannabis light è il legislatore:
“Siamo consapevoli che ora, più di prima, sia necessario un suo intervento in materia, anche per evitare che le autorità locali agiscano in modo differente l’una dall’altra.”
Tuttavia ha ribadito che, la chiusura dei 4 negozi di cannabis light nelle Marche, l’ha ordinata con il preciso intento di proteggere le famiglie e i giovani:
“E a chi pensa di liberalizzare la cannabis, chiedo di visitare non le piantagioni di cannabis, ma le comunità terapeutiche al fine di capire il vero dolore dei ragazzi che si trovano in quei luoghi per curarsi.”
Cannabis light ad un punto fermo in Italia?
La cannabis light quindi, nonostante il cambio di governo, per il momento rimane ancora ad un punto fermo in Italia: se infatti da una parte la nuova sentenza della Cassazione, rilasciata il 30 maggio 2019, l’aveva dichiarata illegale, dall’altra c’è ancora la normativa 242, emanata a dicembre 2016, secondo cui si poteva produrre e commercializzare prodotti a base di cannabis light.
Per risolvere la situazione, perlomeno nelle Marche, il Questore Antonio Pignataro, dal 2018, ha cominciato a sollecitare il legislatore che si occupa di regolamentare la materia, questo per evitare una visione falsata della realtà e un “deturpamento” progressivo della vita delle future generazioni.
Per il momento però dalla legislatura sembra arrivare soltanto il silenzio assoluto, come se bastasse la sentenza della Cassazione a risolvere l’inghippo e a far sparire qualsiasi dubbio, ma in realtà non è così, come sottolineato dalla Questura di Macerata:
“L’indifferenza e il pensare che le cose non ci appartengano è, forse, in senso assoluto il male peggiore del nostro tempo. La nostra massima aspirazione dev’essere quella di vivere più a lungo e di godere più a lungo.”