Ogni volta che pensiamo al mondo delle automobili sostenibili o alimentate a energie alternative, l’associazione con Tesla arriva quasi in automatico.

Stiamo parlando, infatti, di un’azienda conosciuta ormai in tutto il Mondo e che incarna nel suo fondatore, il visionario Elon Musk, l’emblema di una realtà proiettata verso un futuro ecosostenibile.

Forse non lo sapete, ma prima di Tesla c’è stato qualcuno che intorno al 1940 era già propenso a cambiare le regole del gioco nel mercato delle automobili.

Tutti conoscono Henry Ford, l’inventore della catena di montaggio e il fondatore di una delle case automobilistiche che hanno fatto la storia delle autovetture.

Ma pochi sono a conoscenza del progetto della Hemp Body Car, un veicolo costruito principalmente da fibre di cellulosa biodegradabili derivate da canapa, sisal e paglia di grano alimentata per mezzo di etanolo di canapa.

Un sogno partito da lontano

La Hemp Body Car vide la luce nel 1941 ma il sogno ecologico di Henry Ford partì da lontano come riporta una dichiarazione rilasciata al New York Times nel 1925 e raccolta dal sito greenme.it: “Il carburante del futuro sta per venire dal frutto, dalla strada o dalle mele, dalle erbacce, dalla segatura, insomma, da quasi tutto. C’è combustibile in ogni materia vegetale che può essere fermentata e garantire alimentazione. C’è abbastanza alcool nel rendimento di un anno di un campo di patate utile per guidare le macchine necessarie per coltivare i campi per un centinaio di anni”.

Per realizzare il suo ambizioso progetto, Ford reclutò i migliori ingegneri sul mercato e dopo 12 anni di studi vide la luce una delle prime automobili ecologiche della storia.

Com’era costruita la Hemp Body Car?

Il progetto era assolutamente avanti sui tempi: carrozzeria, finestrini e parabrezza della Hemp Body Car erano costituiti per il 70% di plastica ricavata da materiali naturali.

Da un punto di vista di peso specifico, la bilancia segnava appena 900 chili, decisamente meno rispetto alla tonnellata e mezza delle altre sedan americane dell’epoca.

A questo va aggiunto l’elasticità e la resistenza della scocca (presa a martellate durante una video presentazione dell’epoca) e gli pneumatici ottenuti da una mescola a base di sostanza naturali, studiati ad hoc per Ford dal suo amico Thomas Alva Edison,

Cò che rendeva affascinante la Hemp Body Car era il suo carburante. Niente benzina o derivati perché la vettura progettata da Ford era alimentata da etanolo di canapa, un distillato raffinato dai semi della pianta praticamente a “zero emissioni”.

Il Marijuana Tax Act firmato da Roosevelt

A mettere la parola fine al sogno di Henry Ford fu la firma del Marijuana Tax Act da parte del presidente americano Roosevelt, emanato dal Congresso degli Stati Uniti d’America nel 1955 che, di fatto, impediva la coltivazione di canapa di qualsiasi tipo anche a scopo medicale.

La legge in sé, voluta dal dipartimento diretto da Henry Aslinger, non vietava espressamente il consumo, la coltivazione o la compravendita di cannabis ma ne rendeva improponibile l’utilizzo da un punto di vista economico.

Ogni transazione commerciale riguardante cannabis e derivati veniva, infatti, tassata con un dollaro e qualsiasi tentativo di evasione poteva essere punito con 5 anni di prigione o fino a 2000 dollari di multa.

In realtà, la firma del Marijuana Tax Act fu solo la punta dell’iceberg perché a stroncare il sogno della Hemp Car fu anche lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale (appena 4 mesi dopo la presentazione), la lunghezza eccessiva di prototipazione e la morte dello stesso Ford che avvenne nel 1947.

In sostanza, a differenza di petrolio, combustibili e derivati, la canapa era vista come una “sostanza pericolosa” perché alla portata di tutti e impossibile da tenere sotto controllo a tavolino da parte dei potenti.