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La cannabis più utilizzata a scopo ricreativo è la Cannabis Sativa, scoperta e studiata a partire dal 1753.
Dal classico aspetto caratterizzato da sottili foglie a sette punte, è una delle piante più riconosciute e ricercate al mondo, ma anche tra le più contestate.
La Cannabis sativa divide la comunità sia per l’uso che se ne debba fare, sia per la sua tassonomia.
Durante gli studi genetici effettuati sulla pianta infatti, la comunità botanica si è divisa in due categorie distinte: da una parte c’è chi considera la Cannabis Sativa la pianta madre, da cui derivano le varie sottospecie Indica e Ruderalis, mentre un altro gruppo di scienziati ritiene sia più corretto suddividere le tre diverse specie di pianta come diverse ramificazioni della Canapa.
Cannabis sativa, caratteristiche principali
Questa varietà è a ciclo annuale e a crescita ultimata raggiunge dimensioni davvero imponenti, con picchi di 5-7 metri di altezza; è la classica ganja rappresentata in ogni illustrazione, che tutti conosciamo e che è davvero impossibile da confondere.
Originaria dell’Asia centrale ma rapidamente adattata a sopravvivere ai climi più mediterranei d’Europa (soprattutto se aiutata nella crescita con un’illuminazione adeguata) la cannabis sativa è entrata a far parte della cultura popolare, amata da alcuni e odiata da altri.
La Cannabis Sativa è utilizzata principalmente a scopo ricreativo perché è la varietà più ricca di THC, mentre rimane assai povera di CBD; il risultato che ne deriva è una pianta che se assunta dà effetti psicotropi, ci ricarica di euforia e dona una prolungata sensazione di benessere.
Aiuta anche a combattere nausea e vomito e influisce direttamente sul nostro metabolismo.
La sensazione di euforia tipica delle droghe è qui riportata in modo più leggero ma allo stesso tempo efficace, che dura per circa 4 ore dopo la sua assunzione (se fumata o, meglio, vaporizzata).
Come si coltiva la cannabis sativa?
Coltivare la cannabis sativa è un’operazione relativamente semplice, perché è una pianta che non richiede particolari cure; ricordiamo però che in Italia la coltivazione è possibile solo se il contenuto di THC della pianta è inferiore allo 0,6%, perciò è necessario informarsi se i semi acquistati hanno questi requisiti.
Una volta ottenuti i semi procedete alla semina: questa deve essere fatta in primavera su un terreno sodo, possibilmente vicino a un corso d’acqua in grado di dare tutta l’umidità necessaria per una crescita rigogliosa delle piante.
Essendo la Cannabis sativa una pianta infestante non dovrete nemmeno usare un diserbante, perché rischiereste di compromettere il raccolto uccidendo le vostre stesse piante.
Un paio di settimane dopo la semina, specialmente se sono intercorse piogge frequenti, dovrebbero apparire dalla terra i primi germogli.
La crescita della cannabis sativa è abbastanza rapida, raggiungendo il culmine dell’altezza alla fine dell’estate. Verso la fine di Agosto sarà possibile capire quali piante sono maschi e quali femmine: le riconoscerete dalle infiorescenze, presenti esclusivamente nel secondo caso. Le piante maschio cominceranno rapidamente ad appassire, pertanto vanno raccolte prima che ciò accada.
La raccolta della canapa sativa si effettua generalmente verso la fine di settembre, ma per essere certi che sia arrivato il momento giusto dovrete osservare il colore delle foglie: da verde cominciano a dorarsi, diventando di un vivace giallo paglierino.
Differenza tra cannabis sativa e Hashish
Al momento della raccolta delle infiorescenze si dovranno suddividere i fiori maturi dai tricomi dei fiori da cui verrà estratta la resina.
Quest’ultima viene lavorata in maniera particolare e poi rivenduta sotto il nome di hashish, confezionata principalmente sotto forma di panetti umidi o oli da vaporizzare.
Nei tricomi si sviluppano le più alte concentrazioni di THC, pertanto il consumo di hashish è diventato estremamente popolare negli ultimi tempi; basti pensare che dalle infiorescenze il contenuto di THC può oscillare tra il 12% e il 35%, mentre l’hashish può raggiungere picchi del 99% grazie a particolari procedimenti d’estrazione.
È legale fumare la cannabis sativa?
In Italia è da circa un anno in commercio la cannabis light. Essa è legale solamente se i livelli di THC della pianta non superano una concentrazione dello 0,6%.
A questo punto è necessaria una doverosa precisazione: se è vero che è legale venderla, non è altrettanto legale consumarla. Sull’etichetta dei vari prodotti contenenti cannabis sativa troveremo sempre la seguente dicitura: «Materiale per uso tecnico non atto alla combustione».
Viene perciò venduto come materiale espositivo, non come classica erba da fumo. È un dettaglio fondamentale da ricordare qualora vi venisse in mente di fumare l’erba appena acquistata.