Le tabaccherie sono rinomate per avere banconi stracolmi di oggetti in vendita, sia articoli per fumatori che chincaglierie. Non sei curioso di scoprire quali di queste due categorie di prodotti fanno guadagnare di più i tabaccai?
Tra i fumatori c’è infatti chi acquista pacchetti di sigarette, tabacco trinciato, cartine o filtri e conosce bene quanto costano, a tal punto da credere che un tabaccaio guadagni diverse migliaia di euro al mese.
In realtà, le cosa non vanno esattamente così. Dietro il prezzo di un pacchetto di sigarette si nascondono una serie di tasse, imposte e accise che lasciano al tabaccaio solo una piccola percentuale di quel fatturato. I guadagni sono molto meno interessanti rispetto ad altri prodotti che puoi trovare in tabaccheria.
Andiamo a vedere insieme come funziona la vendita e l’acquisto di prodotti di monopolio per le tabaccherie, vedendo nei dettagli i costi, le tassazioni e chi guadagna veramente su questi prodotti…
Ma passiamo al sodo…
Le sigarette sono il ovviamente il cuore del commercio di una tabaccheria. La maggior parte dei clienti entra in negozio per comprare un nuovo pacchetto, eventualmente aggiungendo altri prodotti all’acquisto. Purtroppo però, i guadagni sulle sigarette per i tabaccai sono davvero briciole a fronte del fatturato reale.
L’aggio sulle sigarette, cioè il profitto dell’esercente al netto delle imposte, è fissato al 10% del prezzo di vendita. Un pacchetto da 5,00 ad esempio genererà un guadagno pari a 0,50 centesimi.
I tabaccai pagano le sigarette una cifra comprese tra i 0,10 e 0,15 centesimi di euro a pacchetto. Per i produttori, infatti, i costi sostenuti sono bassissimi. Il grosso della cifra è composto:
- dall’accisa WAP, composta da una parte fissa (233,00 euro/chilo, quindi 4,66 euro a pacchetto) e variabile, che in Italia ammonta a 0,46 euro a pacchetto;
- dall’aliquota IVA al 22%.
In sostanza, quindi, un tabaccaio ha un margine veramente basso sulla vendita delle sigarette. A complicare le cose si aggiunge anche il brusco calo della vendita di tabacco degli ultimi anni, che oltre a penalizzare i guadagni delle tabaccherie sta mettendo in ginocchio molti esercizi poco diversificati, portandoli alla chiusura.
I guadagni dello stato su questi prodotti è veramente altissimo e sfortunatamente il trend di profitto negli ultimi anni a livello di accise e tassazioni è andato crescendo volendo disincentivare il fumo sempre di più.
E le chincaglierie?
La verità è che se una tabaccheria ha i fornitori giusti, i margini su oggetti non di monopolio come accendini, giochi per bambini, gomme da masticare, riviste e tanto altro sono sicuramente maggiori rispetto ai prodotti di monopolio.
Allora perché abbiamo detto poco fa che tante tabaccherie stanno chiudendo se hanno l’opportunità di vendere prodotti con buoni margini?
Perché come abbiamo specificato, le sigarette e il tabacco sono il core business delle tabaccherie. Quindi nonostante i margini siano migliori, il vero problema sono i volumi!
Non abbastanza persone giornalmente entrano in tabaccheria per acquistare i prodotti menzionati sopra, rendendo difficile per i tabaccai trarre profitto da queste piccole transazioni.
Questo spiega anche perché spesso nelle tabaccherie trovi un po’ di tutto, perché giustamente i commerciati cercano di portarti ad aggiungere qualcosa al tuo solito acquisto di sigarette.