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In questo blog abbiamo spesso parlato di sigarette, cannabis o CBD, ma nel mondo dei fumatori c’è un altro oggetto che ha origini molto antiche e che è ancora incredibilmente apprezzato da migliaia di appassionati.
Stiamo parlando della pipa, uno strumento per fumare che nel corso del tempo si è evoluto sia da un punto di vista tecnico che per quanto concerne i materiali.
Badate bene a quanto abbiamo detto qua sopra: “strumento per fumare”. Questo è un dettaglio da specificare perché la pipa in origine non nacque come “marchingegno” per il tabacco ma come attrezzo per aspirare il fumo generato dalla combustione di alcune erbe.
Lo testimoniano alcuni scritti di Erodoto, Plinio il Vecchio e Plutarco e lo confermano i Greci e i Romani dove vigeva la tradizione di aspirare il fumo con le narici tramite dei “cannelli”.
Le prime pipe
Alcuni oggetti, simili a quella che oggi noi conosciamo come pipa, sono stati rinvenuti in scavi archeologici in Svizzera, Francia e anche in Italia (a Ercolano è presente un affresco che ritrae donne impegnate a fumare la pipa).
Tornando ancora indietro nel tempo, strumenti simili nell’aspetto alle pipe artigianali furono rinvenuti in tombe faraoniche risalenti al 2000 a.C. circa.
Tra i progenitori della pipa, troviamo anche alcune popolazioni dell’India che erano solite inalare fumo di erba da un buco scavato nel terreno, ricoperto di terra e poi aspirato da una canna cava.
La forma attuale ebbe origine tra le tribù pellerossa del Nord America dove erano essenziali in ogni aspetto della vita quotidiana.
Erano costituite da una testa in pietra a forma di T rovesciata e da un bocchino in legno, canna o pietra abbastanza lungo (tra i più famosi della popolazione pellerossa ricordiamo i calumet della pace).
Il fornello di queste pipe era minuziosamente scolpito mentre il bocchino di canna nera era ornato di penne d’aquila, crini e strisce di pelle.
La pipa in Europa
In Europa, l’uso della pipa si diffuse inizialmente tra i marinai spagnoli e, alla metà del sedicesimo secolo, si diffuse in maniera abbastanza rapida in Portogallo, Francia e Olanda, diventando tradizione diffusa in tutti i Paesi europei agli inizi del 1600.
Le prime pipe artigianali diffuse in Europa erano realizzate in argilla, costituite da un pezzo e dotate di un fornello molto piccolo.
All’inizio del 1700, il fornello aumentò di dimensione e la sua forma divenne più ricercata. In Olanda, alcuni protestanti inglesi cacciati da Giacomo I, diedero inizio alla propria produzione di pipe in argilla e queste divennero poi il prototipo della produzione europea (copiate un po’ ovunque tra Svizzera, Francia, Germania e Austria).
La richiesta e la grande diffusione portarono a un vero boom della fabbricazione industriale. Il prezzo era molto basso e anche la stessa qualità del prodotto ne risentiva.
La produzione migliorò con la competitività tra le fabbriche con forme e dimensioni che cambiarono notevolmente (l’olandese passò da una lunghezza media di 10-30 cm a oltre 80 cm).
Da qui al 1800, l’Europa fu invasa di modelli di pipa in argilla, porcellana e legno ma fu quella realizzata in radica che presto soppiantò ogni altro materiale.
Resistenza, economicità, bontà: furono questi i fattori che decretarono il successo di quella che oggi è conosciuto come modello standard per il tabacco.
Con la diffusione delle sigarette, la pipa ha perso la sua magia e oggi veste i panni di un accessorio apprezzato solo dai puristi di settore.
Nel 2018 Savinelli, noto fabbricante di accessori da fumo, ha lanciato una nuova linea di pipe piccole pensate per i tabagisti intenzionati a “mollare” l’abitudine di rollare le sigarette a mano.
La linea, secondo l’azienda, ha riscosso un buon successo, ma l’abitudine a fumare la pipa non è ancora tornata di moda tra i giovani dove resta in voga il fumo di sigaretta o dello svapo.