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L’Italia è stata la prima nazione europea a essere toccata dalla pandemia di Covid-19 e anche la prima, seguendo il modello della Cina, a ordinare un lockdown generale delle persone e una chiusura delle attività non essenziali per frenare l’avanzata dei contagi.
La paura del nuovo Coronavirus, in particolare dei suoi effetti devastanti sui polmoni e sull’apparato respiratorio, è riuscita inoltre a convincere circa 630 mila italiani a smettere di fumare durante il lockdown.
Tuttavia, complici anche lo stress e l’ansia suscitati dalla pandemia, dalle informazioni incessanti dei media e dal numero elevato di ospedalizzazioni e di decessi, coloro che non sono riusciti a dire addio alle sigarette hanno aumentato i consumi durante questo periodo.
Lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità
Secondo quanto rivelato da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), condotto in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Istituto San Raffaele, l’ISPRO e il DOXA, 3,9 milioni di italiani, durante il lockdown, hanno aumentato il consumo di nicotina o iniziato a fumare (incluse le sigarette elettroniche).
Sempre stando a quanto evidenziato dai dati raccolti da questo studio, un consumatore occasionale di sigarette elettroniche su cinque è diventato un consumatore abituale, in particolare tra i giovani.
Lo studio, condotto nell’aprile 2020 tramite la compilazione di un questionario online anonimo, peraltro ha mostrato che durante il lockdown la percentuale dei fumatori è scesa dal 23,3% al 21,9% della popolazione.
Le persone di età compresa tra i 35 e i 54 anni sono state quelle che hanno smesso di più (ben 270 mila), seguite da quelle di età compresa tra i 18 e i 34 anni (206′ mila), mentre solo 150 mila uomini e donne di età compresa tra i 55 e i 74 anni hanno raggiunto questo risultato.
Questi dati ci dicono che un fumatore, se motivato, è capace di smettere di fumare e le situazioni di emergenza sanitaria possono diventare una grande opportunità per la salute.
Il preoccupante aumento del 9% di fumatori tra la popolazione italiana
Purtroppo però, come abbiamo già accennato in precedenza, il 9% della popolazione italiana, ovvero 3,9 milioni di persone, ha iniziato a consumare tabacco o ne ha aumentato il consumo durante il lockdown.
L’8,5% ha aumentato il numero delle sigarette fumate al giorno e il numero medio di sigarette consumate è passato da 10,9 a 12,7 (in crescita soprattutto nel mondo femminile).
Gli utenti occasionali, o abituali, delle sigarette elettroniche prima del lockdown erano l’8,1% della popolazione, mentre durante le restrizioni, questa percentuale è salita al 9,1% con un aumento di circa 436 mila persone.
Prima del lockdown, il 4,1% della popolazione italiana, circa 1.787 milioni di persone, utilizzava prodotti da fumo, mentre durante il lockdown questi numeri sono saliti fino a raggiungere la percentuale del 4,4%.
Il numero verde antifumo
Durante il lockdown, il personale del Numero Verde Antifumo dell’ISS ha gestito una media di 31 chiamate al giorno, un numero in calo rispetto alle 52 al giorno che riceveva prima del lockdown, ma la durata media di ciascuna chiamata è raddoppiata, passando da 8 a circa 14 minuti.
Inoltre, i programmi per aiutare le persone a smettere di fumare e fornire supporto psicologico sono aumentati in maniera esponenziale e, ancora oggi, a un anno di distanza dall’inizio della pandemia, stanno registrando importanti crescite.