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Coltivare la cannabis non è certo una passeggiata nel parco. O almeno, per chi coltiva una buona cannabis, non lo è.
Tanto per cominciare, bisogna sapere molte cose per ottimizzare la salute e la resa della pianta. E, una delle cose importanti da considerare, è quanto zucchero è necessario per la coltivazione della tua pianta di cannabis.
Certo, se non sei un esperto di farming oppure hai cominciato da poco ad interessartene, potrebbe sembrarti una strana variabile, ma in realtà è uno dei fattori principali che influenzano la crescita della cannabis, arrivando a determinare in ultima analisi il peso del tuo raccolto.
Detto in parole povere, se la tua pianta produce abbastanza zucchero, e riesce a distribuirlo nei punti giusti intorno alla sua struttura, potrai aspettarti un sacco di germogli grassi (e ottimi da fumare).
Ecco perché è importante che i farmers sappiano come lo zucchero viene distribuito intorno alla pianta e come tu, neo farmer o esperto del cannabis growing già rodato, puoi aumentare lo sviluppo dello zucchero.
Niente zucchero? Niente cannabis!
Bene o male, tutti abbiamo già sentito parlare della fotosintesi.
La fotosintesi è un processo naturale, condotto da tutte le piante, in cui la luce solare viene convertita (indovina) in zucchero.
Esistono diversi modi per migliorare questo processo e incoraggiare una maggiore produzione di zucchero.
Occhio però: non si tratta di aggiungere i giusti integratori. Gli zuccheri infatti devono raggiungere i posti giusti della pianta e, in particolare, quelli che richiedono più zuccheri rispetto ad altri.
Il principio alla base della distribuzione dello zucchero è chiamato forza di affondamento, in quanto lo zucchero affonda (o scorre) attraverso i diversi organi della pianta.
Tuttavia la velocità del flusso può variare, e anche di molto, e le gemme in genere sono le parti della pianta di cannabis che hanno bisogno, e ricevono, della maggior parte dello zucchero.
Inoltre il fogliame più giovane richiede più zucchero perché è ancora in crescita, mentre le foglie più mature ne hanno bisogno di meno.
Lo zucchero non assorbito, però, non viene sprecato, perché viene trasferito direttamente alle foglie più giovani.
La fotosintesi potrebbe sembrare un processo semplice, ma in realtà è molto più complesso di quello che sembra. E c’è anche molta più concorrenza di quello che appare, perché ogni parte della pianta cerca di prendere tutto lo zucchero che può ottenere.
Più duro è il tiro, quindi, più zucchero ci va dentro. Ciò significa che gli organi della cannabis capaci di effettuare una “maggiore aspirazione” ricevono più zucchero.
Possiamo calcolare l’efficienza con cui la luce solare viene convertita in zucchero misurando i carboidrati (zuccheri semplici) contenuti nella linfa delle foglie della cannabis.
Il processo può sembrare complicato, tuttavia, con una breve panoramica dei livelli brix e uno strumento economico e diretto, i farmers principianti ed esperti potranno sbloccare capacità di crescita inestimabili.
Coltivazione cannabis: come calcolare lo zucchero con i livelli brix
Brix è il termine scientifico che indica la misurazione della quantità di luce “che si piega” quando passa attraverso un oggetto.
Forse non lo hai mai notato prima, ma quando metti qualsiasi oggetto nell’acqua, in un primo momento sembra che si pieghi.
In realtà la luce fuori dall’acqua viaggia ad una velocità maggiore rispetto alla luce che si trova all’interno dell’acqua.
La differenza di densità tra le due sostanze è il risultato di questa illusione ottica.
Misurando l’angolo con cui la luce viaggia attraverso la linfa, è possibile calcolare il grado di rifrazione in atto.
Il livello brix ottenuto tramite l’uso di un rifrattometro darà ai farmers un’indicazione della densità zuccherina contenuta nella linfa e, di conseguenza, della forza della pianta.
Ricordati: un contenuto di zucchero più alto, in futuro, significherà gemme più grasse (e fumate da urlo) e, in genere, viene indicato con una percentuale brix molto alta.
Sebbene altri composti che si trovano all’interno della linfa possano alterare l’angolo di rifrazione della luce, lo zucchero, o in questo caso i carboidrati, è una delle molecole più grandi e, di conseguenza, il suo effetto sulla luce risulta molto più importante rispetto a quello prodotto da altre molecole più piccole.
Il rifrattometro, uno strumento fondamentale per la coltivazione della (buona) cannabis
I rifrattometri portatili, per fortuna, sono molto economici e semplici da usare.
Un vantaggio, dunque, per i farmers, e questo indipendentemente dal loro budget e dalla loro esperienza.
Per cominciare, in questo caso, dovrai applicare una piccola quantità di acqua distillata sul rifrattometro. Se indica, alla lettura, lo 0% di brix, vuol dire che è calibrato correttamente.
Optando per un rifrattometro digitale, il processo diventa ancora più semplice.
Quando sei sicuro che il tuo strumento sia sufficientemente regolato, metti alcune gocce di linfa spremuta da una foglia di cannabis arrotolata nel foro del rifrattometro e premi l’interruttore. Il display digitale indicherà il livello brix.
Una nota finale sul calcolo del livello brix: la maggior parte dei rifrattometri calcolerà automaticamente la temperatura durante la lettura, tuttavia, per precauzione, assicurati prima che i liquidi che stai cercando di leggere siano a temperatura ambiente.
Hai un rifrattometro e hai calcolato con competenza il livello brix delle tue piante di cannabis, ma qual è una percentuale brix rispettabile?
Se vuoi ottenere una buona cannabis, il livello brix da rispettare dovrebbe essere superiore al 12%.
Ciò dimostra che la conversione in zuccheri intrapresa dalla tua cannabis non solo è efficiente, ma anche che la tua pianta ha una maggiore resistenza ai parassiti e alle malattie.
Più alto è il livello brix, quindi, meglio è. Se invece è inferiore al 12%, vuol dire che la tua ganja è priva di uno qualsiasi dei suoi attributi chiave di cui ha bisogno per sopravvivere, come luce, acqua, sostanze nutritive o controlli di temperatura sufficienti.
Se rientri nella categoria dei farmers con un livello brix inferiore al 12%, e hai già preso tutte le adeguate misure per far sì che la tua cannabis sia ampiamente soddisfatta, ecco alcune tecniche che possono aiutare la tua marijuana a migliorare la produzione di zucchero.
Come favorire la produzione di zucchero
La fotosintesi non riguarda solo l’assorbimento e l’uso efficiente della luce solare, perché prende in considerazione numerosi fattori, come la presenza di acqua, l’anidride carbonica e la salute del terreno.
Ottimizzando queste variabili, i farmers possono incoraggiare le loro piante ad assorbire tutti i nutrienti essenziali, e necessari, per produrre più gemme.
La cosa buona è che il processo di distribuzione di zucchero non richiede l’intervento umano, anche se può certamente trarne beneficio.
Esiste una vasta gamma di integratori di zucchero che affermano di riuscire ad aumentare, significativamente, il periodo di fioritura della cannabis.
Tutto, dai prodotti di marca alla semplice melassa, può essere aggiunto al substrato poche settimane prima della fioritura per garantire una distribuzione dello zucchero diffusa ed efficace.
Come migliorare la produzione di zucchero della tua pianta di cannabis
Uno dei metodi più comuni, e popolari, per aumentare naturalmente la produzione di zucchero è il taglio delle foglie.
Questo processo, noto come defogliazione, accelera la produzione di zucchero. In che modo? Reindirizzando gli zuccheri verso le parti della pianta che ne hanno maggiormente bisogno: le gemme.
Attenzione però: assicurati di non rimuovere la maggior parte delle foglie, poiché ciò renderebbe inefficace l’intero processo e, pertanto, bloccherebbe anche la fotosintesi.
Per farlo, taglia semplicemente il fogliame giovane mentre cresce. Facendo così gli impedirai di usare troppa energia e aiuterai le gemme a succhiare più zucchero.
Le foglie sono uno dei maggiori contributori nella produzione di zucchero. Pertanto, risparmia il più possibile il taglio delle foglie superiori, perché quest’ultime catturano più luce solare.
Una parola finale sullo zucchero
Tutte le piante, inclusa la cannabis, non assorbono direttamente lo zucchero. Alcune però, al contrario, riescono a farlo.
Ciò avviene grazie ad una serie di processi metabolici interni che, se facilitati nelle giuste condizioni, portano a maggiori rese.
È tutta questione di stimolare la cannabis e di aiutarla a metabolizzare e a sintetizzare gli zuccheri.
Così facendo, non solo la renderai più resistente alle malattie, ma in più aumenterai anche il numero delle gemme e, non da ultimo, ne migliorerai il sapore e la potenza.
Puoi testare i livelli di zucchero della tua pianta usando un rifrattometro per testare la sua linfa. Questo ti aiuterà a capire se la cannabis è sana o se devi migliorare il suo processo di alimentazione.
Sebbene non sia necessario per ogni operazione, questo strumento si rivelerà un valido alleato per quei farmers che tengono traccia dell’impatto dello zucchero sul processo di crescita della loro cannabis.