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Negli USA si sta assistendo ad un fenomeno che si è già verificato, o che si sta verificando, in tutte le nazioni del mondo: tutte le persone, nessuna esclusa, stanno facendo scorta di beni essenziali per superare l’epidemia di Covid-19.
La carta igienica, insieme al disinfettante per le mani, la sta facendo da padrona, ma alla lista c’è un bene, che a quanto pare è stato ritenuto essenziale dagli americani, che ha lasciato sorpresi un po’ tutti, inclusi i grossisti del settore: la marijuana.
David Downs, capo dell’Ufficio di presidenza della California, parlando di questo boom di vendite record per la cannabis negli Stati Uniti nel bel mezzo della pandemia di Coronavirus, ha dichiarato che non si tratta di un caso isolato e che, nei prossimi mesi, l’industria della canapa prevede già di toccare record mai sfiorati fino ad ora:
“Il servizio di consegna a domicilio, come pure i negozi, non sono mai stati così presi d’assalto in California come in questo momento. Anzi: alcuni hanno riferito di aver dovuto rifiutare degli ordini perché hanno raggiunto il limite massimo e non potevano rifornirsi, nel giro di così poco tempo, del prodotto ricercato (la cannabis, ndr.).”
Downs ha aggiunto che le piante di cannabis non mancano certo nello stato della California, ma l’attuale pandemia di Coronavirus potrebbe mettere a dura prova la catena di approvvigionamento degli altri prodotti:
“Ci sarà una carenza di forniture per quanto riguarda gli imballaggi, come pure di alcuni hardware elettronici destinati alla produzione della cannabis. Probabilmente ci sarà anche una carenza di Doob Tube colorate, delle specie di penne che vengono usate per lo svapo.”
Il motivo? Le fabbriche cinesi, che producono le penne, adesso non le spediscono negli USA per via diretta, ma le mandano attraverso il Pacifico:
“Così facendo però, ci vuole un mese perché arrivino. Inoltre, con un tempo così lungo di attesa, adesso stiamo registrando un calo di circa 1/12 della normale fornitura di beni cinesi in America. C’è anche un aspetto positivo però: in tal modo, il nodo da sciogliere della catena di approvvigionamento permette all’industria americana della cannabis di farsi avanti e di lanciare i suoi prodotti.”
Downs, parlando dei consumatori di cannabis, ha raccomandato loro di non farsi avvolgere solo la testa dal fumo, ma anche di mantenersi occupati in questo periodo:
“Prendete dei semi di cannabis, perché questo è un ottimo periodo, stagionalmente e psicologicamente, per cominciare una piccola coltivazione indoor ed esibirla durante la prossima estate. Perché ammettiamolo: mai come in questo periodo di pandemia l’autosufficienza è diventata così importante.”
Steven DeAngelo e il boom di vendite della cannabis negli USA: “Non avevo mai visto niente del genere.”
Steven DeAngelo, il cosiddetto “padre dell’industria americana della cannabis legale” e co-fondatore di Harborside, una delle più grandi aziende di cannabis con licenza integrata verticalmente in California, quattro negozi e 60 milioni di dollari di entrate annue, ha davvero visto di tutto durante la sua pluridecennale carriera.
Quello che è successo però nell’ultimo mese negli USA è stato qualcosa di decisamente inaspettato, anche per lui:
“Abbiamo avuto il nostro più grande giorno di vendite di sempre” ha dichiarato. “Le vendite di cannabis sono aumentate del 20-25% in tutte le sedi.”
In tutto il Paese, le vendite sono alle stelle in tutti gli Stati in cui la marijuana è stata dichiarata “medicina essenziale” durante le chiusure del lockdown, che hanno permesso solo ai negozi di beni essenziali, e online, di rimanere aperti.
I clienti sembra che stiano facendo scorta e, con l’introduzione della consegna a domicilio da parte di molti negozi, le richieste sono aumentate in modo considerevole.
Anzi, secondo DeAngelo, è anche possibile che il settore stia raggiungendo nuovi clienti che, fino ad ora, avevano acquistato la cannabis in modo illegale dagli spacciatori, ma ora vogliono approfittare del prodotto regolamentato e consegnato sulla soglia di casa.
Vendite di marijuana aumentate negli USA durante la pandemia di Coronavirus: i numeri
- Le entrate medie dei grow shop hanno registrato un incremento dal 52% al 130% rispetto a gennaio 2020. Questo aumento è stato possibile, in oltre 1300 negozi, grazie a Jane Technologies, la nuova piattaforma e-commerce dedicata alla vendita della cannabis.
- La piattaforma Jane ha anche aggiunto che, nell’ultimo mese, la percentuale di nuovi clienti che hanno effettuato ordini online è aumentata del 142%.
- Le bevande e i prodotti alimentari a base di cannabis stanno registrando significativi aumenti delle vendite in California. A dichiararlo è stata Headset, la società che si occupa di analizzare i dati relativi alla cannabis.
- Il mercato all’ingrosso LeafLink ha registrato un picco del 48% negli ordini (lunedì) rispetto alla settimana precedente.
- Gli operatori del settore hanno visto un balzo medio del 36% del prodotto contenente THC durante la settimana conclusasi il 19 marzo 2020.
Con l’aumento della domanda, le società di cannabis quotate in Borsa hanno sofferto di rimbalzi.
La crescita di Canopy è scesa del 70% nell’ultimo anno (2019), ma nell’ultima settimana le azioni sono aumentate del 25%.
Tilray, per contro, ha perso il 90% del suo valore nell’ultimo anno (sempre 2019), mentre nell’ultima settimana le sue azioni sono aumentate quasi del 40%.
DeAngelo, questo per quanto concerne Harborside, ha dichiarato che l’azienda sta assumendo nuovi autisti per potenziare il servizio di consegna a domicilio, che in questo periodo di pandemia è diventato molto richiesto:
“Per fortuna – quando non sapevamo ancora che sarebbe arrivata la pandemia anche qui – qualche mese fa abbiamo aperto la nostra nuova sede nel deserto di Hot Springs. Non conosciamo ancora il motivo, ma improvvisamente è diventato un posto molto popolare per acquistare la cannabis nella Coachella Valley.”
USA e cannabis: gli affari non vanno a gonfie vele ovunque
Tuttavia, se da una parte c’è stato un incremento delle vendite della cannabis per alcuni, altri attori hanno visto calare la propria cifra d’affari in modo brusco.
Il Nevada, per esempio, con la chiusura dei casinò di Las Vegas e lo stop al turismo internazionale, ha registrato una diminuzione dei guadagni pari all’80%.
Il Massachusetts, dopo l’annuncio del lockdown, ha costretto i suoi negozi di cannabis a chiudere.
Denver ha provato a seguire la stessa linea, ma tre ore dopo è stato obbligato a cedere davanti alle proteste popolari sempre più violente.
Queste notizie hanno stupito DeAngelo:
“Molte persone fanno affidamento sulla cannabis per curare problemi medici. Inoltre, durante i periodi di stress intenso, come quello che siamo vivendo ora, la pianta può aiutare a calmare e a rilassare. Se non consentiamo alle persone l’accesso alla cannabis – che è relativamente sicuro – è probabile che inizieranno ad assumere sostanze più pericolose.”
Una delle maggiori preoccupazioni è se le aziende di cannabis, che devono chiudere e mandare a casa i dipendenti, dovranno continuare a pagarli come prescritto da una nuova legge federale, il Family First Coronavirus Response Act.
Le imprese potrebbero, in cambio, non beneficiare di aiuti federali, perché la marijuana rimane illegale a livello federale.
Wurk è una società che fornisce risorse umane e servizi di gestione stipendi a 400 aziende legali di cannabis e ha offerto anche aiuti per aiutarle a sopravvivere durante il lockdown.
La cannabis negli USA e il lockdown: assistenza federale sempre più improbabile per le aziende
DeAngelo, tuttavia, ritiene improbabile che l’industria della cannabis riceverà l’assistenza federale, ma a questo punto:
“Non ne abbiamo bisogno.”
Nel frattempo, per ridurre la diffusione del contagio, DeAngelo ha dichiarato che i suoi dirigenti stanno lavorando duramente per far sì che i dipendenti mantengano le distanze sociali sia nei negozi che nelle strutture in crescita.
La maggior parte dei suoi clienti, attualmente, sta usando il servizio di consegna a domicilio:
“Abbiamo anche incoraggiato tutti i nostri clienti a prendere in considerazione le forme non inalate di cannabis. Stiamo vivendo tutti una situazione in cui siamo preoccupati per una nuova malattia respiratoria, quindi mi sembra una buona idea promuovere il consumo della cannabis attraverso un metodo diverso da quello che coinvolge i nostri polmoni.”
Per quanto riguarda la fornitura, non è un problema:
“Potremmo continuare a vendere tutta la cannabis che coltiviamo nella nostra azienda agricola, e non finiremmo mai, in ogni caso. Ve lo prometto.”