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La fusione tra la Philip Morris International e Altria, che ha iniziato ad essere ventilata nell’aria durante la scorsa estate, non si farà: a comunicarlo sono stati i due giganti del tabacco, dopo che, di comune accordo, hanno deciso di far saltare il tavolo delle trattative.
Dietro la loro scelta finale, secondo quanto rivelato dalle pagine dei media americani, ci sarebbe stata la gelida accoglienza degli investitori, che non hanno preso bene la notizia della fusione e che, in più di un’occasione, hanno minacciato di chiamarsi fuori.
La nuova compagnia, se il progetto fosse andato in porto, sarebbe stata un colosso da 200 miliardi di dollari che avrebbe ridotto di circa 120 miliardi di dollari il valore di mercato del suo rivale più vicino, la British American Tobacco, e avrebbe dato ad Altria l’accesso ai mercati internazionali di Philip Morris.
Tuttavia molte cose sono cambiate nell’ultimo decennio da quando le due compagnie si sono divise, a cominciare dalle sigarette tradizionali, che stanno perdendo sempre più terreno tra i consumatori.
Philip Morris e Altria fanno dietrofront sulla fusione
Gli investimenti di Altria nello svapo e nella cannabis, che sembravano scommesse intelligenti quando sono stati effettuati per la prima volta, adesso sono stati trascinati in basso dalle sfide normative.
L’investimento da 12,8 miliardi di dollari del produttore Marlboro nella società di sigarette elettroniche Juul, avvenuto a dicembre 2018, è andato in fumo a causa delle nuove leggi, entrate in vigore anche negli Stati Uniti e in Cina, che hanno messo al bando le sue famose sigarette elettroniche al gusto di frutta.
Walmart, il più grande rivenditori della nazione, di recente ha dichiarato che cesserà di esportare le sigarette elettroniche, anche quelle giudicate a norma.
“È evidente che il significativo respingimento degli investitori e la realtà di detenere una presenza più ampia in un mercato statunitense sempre più irto di rischi e con volumi deboli ha provocato la decisione da parte delle due aziende di fare dietrofront”
Hanno scritto gli analisti di Stifel in una nota inviata agli investitori poco dopo l’annuncio della notizia.
Le azioni di Philip Morris sono aumentate di oltre il 6% mercoledì scorso, portando il suo valore di mercato a circa 118 miliardi di dollari.
All’inizio anche le azioni di Altria ne hanno beneficiato, ma poi nello stesso pomeriggio sono scese del 2,4%, facendo precipitare la società al valore di 74 miliardi di dollari.
Nessuno spazio per discussioni future quindi?
Le aziende, che ad agosto 2019 avevano dichiarato di voler discutere di una possibile fusione tra le loro azioni, adesso affermano che si concentreranno soprattutto sul lancio congiunto di IQOS, un prodotto a base di tabacco riscaldato, negli Stati Uniti:
“Dopo molte discussioni, le aziende hanno deciso di concentrarsi sul lancio di IQOS negli Stati Uniti, come parte del loro reciproco interesse per raggiungere un futuro senza fumo”
Ha dichiarato il CEO di Philip Morris Andre Calantzopoulos.
La sigaretta elettronica IQOS, durante il riscaldamento del tabacco, rilascia la nicotina nella bocca del fumatore, ma il fumo esalato, al contrario di quello delle sigarette tradizionali, è un vapore puro e inodore che si dissolve subito.
Di recente Altria ha effettuato investimenti che indicano piani di diversificazione oltre i prodotti a base di tabacco. Il suo investimento in Juul, avvenuto lo scorso anno, gli ha dato una quota del 35% nella società di sigarette elettroniche. Ha anche investito nella società canadese Cronos.
Ma non è tutto. Mercoledì scorso, in un comunicato stampa rilasciato ai media, Juul ha dichiarato che l’ex dirigente di Altria K.C. Crosthwaite sostituirà Kevin Burns come CEO.
In qualità di responsabile della crescita di Altria, Crosthwaite ha supervisionato l’espansione dell’azienda nel settore dei prodotti da tabacco riscaldati.
Altria, malgrado la scissione definitiva avvenuta da Philip Morris nel 2008 e il fallimento della fusione, sembra però intenzionata a continuare la collaborazione con l’ex casa madre.
Per il 2019-2020 ha già annunciato che, attraverso le sigarette Marlboro, si concentrerà principalmente sul mercato statunitense, mentre Philip Morris si focalizzerà soprattutto sulla vendita di sigarette all’estero.
Le due compagnie affermano che IQOS è l’unico prodotto derivato dal tabacco riscaldato che ha l’autorizzazione ad essere commercializzato negli Stati Uniti, autorizzazione che è stata rilasciata dalla Food and Drug Administration.
Il CEO di Philip Morris stima che circa 8 milioni di fumatori in tutto il mondo abbiano già utilizzato il prodotto. Attualmente la sigaretta IQOS viene venduta in 48 Paesi, tra cui troviamo anche il Canada, il Regno Unito, il Giappone e la Corea.