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Non si contano le campagne che, nel corso degli anni e in tutto il mondo, si sono pronunciate contro il consumo di marijuana. Alcune sono caratterizzate da toni particolarmente allarmistici. Altre, invece, sono decisamente ridicole. Tra i casi più eclatanti è senza dubbio il caso di citare un film. Si tratta di una pellicola che ci riporta molto indietro nel tempo, per la precisione agli anni ’30. Di cosa stiamo parlando, di preciso? Del film Reefer Madness, tradotto in italiano con l’inquietante frase “Ditelo ai vostri figli”.
La trama si basa sulle vicende di un gruppo di spacciatori, impegnati ad adescare un gruppo di liceali innocenti iniziandoli a quello che, a detta degli sceneggiatori, è consumo di droghe pesanti. A partire da questa situazione si innesca poi una serie di eventi tragici. I protagonisti – e i loro congiunti – hanno infatti a che fare con situazioni a dir poco drammatiche, che comprendono il raggiungimento della dipendenza e il suicidio.
Si tratta chiaramente di una trama costruita su opinioni che non hanno nulla di scientifico e che riescono anzi a fornire un’immagine fuorviante del mondo della marijuana. In poche parole, il film in questione rappresenta solo un modo per diffondere disinformazione sul tema.
Da chi è stato finanziato il film Reefer Madness?
Quando si parla di Reefer Madness, è necessario far presente che la pellicola è stata finanziata da un gruppo ecclesiastico. L’organizzazione in questione ha sovvenzionato la pellicola con lo scopo di educare moralmente le nuove generazione, ovviamente partendo da una totale disinformazione sull’argomento della cannabis.
Se si considera il periodo in cui è uscito, c’è ben poco da sorprendersi. Il film in questione risale infatti a un momento della storia caratterizzato da un clima a dir poco esacerbato nei confronti delle droghe e del’alcol. Reefer Madness rappresenta solo un tassello di una guerra senza quartiere contro il consumo di cannabis e le culture ad esso legate. Giusto per richiamare i toni dei titoli dei giornali di allora, ricordiamo che si poteva sentir parlare della marijuana come di “erba assassina” o di “droga mortale”. Ovviamente non mancavano i riferimenti allo stato di schiavitù di chi lavorava nelle piantagioni.
Chiaro è che, sia allora sia oggi, la marijuana era tutto tranne che mortale. Nel corso del tempo è stato chiaro sia alla comunità scientifica sia ai consumatori che la cannabis non ha nulla di mortali, anzi che è associata a un rischio di dipendenza molto più basso se paragonato a quello del fumo di sigaretta e degli alcolici.
Cosa ha detto la critica?
La critica cinematografica si è espressa in maniera molto dura su Refeer Madness. Per capirlo, basta fare una ricerca su Google con le parole “Refeer Madness critica” per accorgersi che il film in question è valutato con una stella e mezzo massimo due. Alcuni critici lo hanno incluso tra le peggiori pellicole di sempre proprio per l’esagerazione nella narrazione e per l’intento propagandistico. Alcuni lo considerano invece un ridicolo cult della produzione di un regista caduto in disgrazia con l’avvento del cinema sonoro.
Il film in questione è nato con lo scopo di raggiungere prima di tutto i genitori. Nella mente del regista e degli sceneggiatori c’era l’intento di trasformare la pellicola in un punto di riferimento morale per insegnare ai figli adolescenti i pericoli della marijuana.