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La Cannabis è conosciuta ai più come la pianta da cui si ricava la Marijuana, ma non tutti sanno che essa possiede anche importanti proprietà terapeutiche, grazie ai suoi numerosi componenti attivi. Questi ultimi, che si contano in più di 50, possono portare dei benefici alla salute dell’uomo se impiegati correttamente.
La Cannabis terapeutica appartiene alla famiglia delle Cannabaceae e la specie più conosciuta è la Canabis Sativa, che in Asia viene considerata addirittura sacra e che contiene cannabinoidi, ai quali sarebbero legate secondo i ricercatori, determinate proprietà terapeutiche di questa pianta. A tale conclusioni sono arrivati diversi studiosi che si sono occupati della Cannabis e delle sue proprietà.
Tali indagini scientifiche sono state portate avanti principalmente in America, dove gli studi nel settore sono stati intrapresi già da diversi anni a questa parte. Tali proprietà terapeutiche sono ormai riconosciute anche a livello ufficiale, dai Ministeri della salute e della Difesa italiani, tanto che in diverse regioni se ne è già ufficializzato l’uso e a livello nazionale si è proposto finalmente di partire con la lavorazione della Cannabis per scopi terapeutici.
Per la lavorazione della cannabis terapeutica si è attrezzato lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze, uno dei migliori sotto questo aspetto, dove si procederà alla produzione di Cannabis terapeutica seguendo tutte le accortezze del caso. La produzione di farmaci è composti a livello scientificamente corretto servirà a garantire i consumatori finali, cioè i pazienti, dalla possibile circolazione di prodotti contraffatti e quindi potenzialmente nocivi per la salute.
Si mira in poche parole a mettere al bando il mercato nero, che finora in questo settore l’ha fatta da padrone. Ovviamente tale produzione partirà inizialmente a livello sperimentale, con un quantitativo che è stato prefissato in 100 chili all’anno.
Ora che abbiamo compreso l’importanza della Cannabis terapeutica, cerchiamo di capire quali malati possono trarre beneficio dal suo consumo. I medicinali e i preparati a base di Cannabis sono infatti accessibili solo dietro prescrizione medica e soltanto per alcune malattie ne è consentito l’uso.
Scopri a proposito la situazione della Cannabis Terapeutica in Italia.
Il Rapporto tra la Cannabis Terapeutica e i Pazienti sottoposti a chemioterapia
La Cannabis terapeutica ha delle proprietà antidolorifiche che possono aiutare non poco chi soffre di malattie croniche o comunque di patologie molto gravi. Per quanto riguarda nello specifico la cura dei tumori, gli scienziati stanno portando avanti una serie di studi specifici per cercare di scoprire se effettivamente la Cannabis possa aiutare a guarire e sia dunque indicata per chi si sottopone a interventi di chemio e radioterapia.
Altrettanto utile pare che possa essere il suo utilizzo nella fase di prevenzioni delle malattie tumorali, grazie in particolar modo alle sue proprietà antinfiammatorie. Questo aspetto interesserebbe soprattutto la prevenzione del tumore al colon, ma la sperimentazione sull’uomo deve ancora essere avviata e lo scoglio maggiore da sormontare sarà sicuramente quello delle controindicazioni da uso prolungato, come vedremo più avanti.
Buone notizie arrivano però in merito direttamente dalla Food and Drug Administration, l’Agenzia per gli alimenti e i medicinali (FDA), la quale fa sapere che secondo recenti studi, la Cannabis Terapeutica pare sia in grado di contrastare persino il tumore al cervello.
I suoi componenti attivi, nello specifico, non farebbero altro che favorire l’azione comunque indispensabile della chemioterapia, ampliando gli effetti di quest’ultima e favorendo una più rapida ed efficace riduzione delle cellule tumorali. Nello specifico, l’assunzione di medicinali o preparati a base di Cannabis contrasterebbe l’avanzata del tumore e potrebbe addirittura farlo retrocedere.
La speranza è dunque che in questo settore le ricerche diano presto i risultati tanto attesi e che gli studi finora condotti possano essere corroborati da sperimentazioni cliniche dagli esiti positivi.
L’utilizzo ufficiale della Cannabis Terapeutica in questo ramo della medicina sarebbe davvero un’innovazione molto importante, perché potrebbe ridurre notevolmente la mortalità legata al cancro. Alcuni studi in merito, effettuati da scienziati californiani, sono stati pubblicati già da qualche anno e secondo questi studiosi l’efficacia del cannabidiolo sarebbe dimostrata anche contro tumori particolarmente pericolosi e pesanti per l’organismo, come per l’appunto quello al cervello.
Se l’abbandono della chemioterapia continua a essere visto come un risultato sicuramente troppo lontano da raggiungere, almeno un suo affiancamento alla cura con farmaci a base di Cannabis potrebbe già essere un primo passo importante nel futuro della lotta ai tumori.
La Cannabis Terapeutica contro l’HIV
Anche gli effetti della Cannabis terapeutica contro l’AIDS sono ancora in fase di analisi e sperimentazione. Secondo gli studiosi che si sono occupati nello specifico di questo argomento, pare che la Cannabis, o meglio il suo principio attivo THC, protegga le cellule dai danni provocati dall’HIV.
In questo campo non è mai stata effettuata purtroppo una sperimentazione sull’uomo e i risultati di cui si parla sono stati tutti testati sugli animali. Per sapere se l’efficacia possa essere presa seriamente in considerazione, occorrerà attendere che la sperimentazione sugli esseri umani diventi legale almeno negli USA.
La funzione analgesica della Cannabis Terapeutica
Una delle proprietà principali della Cannabis terapeutica si individuerebbe secondo gli studiosi nella sua capacità analgesica. In particolare, riguardo a questo aspetto della pianta e delle sue componenti, si fa riferimento al THC, il delta 9- tetraidocannabinolo, che sarebbe in grado di agire direttamente sul sistema nervoso, riducendo la sensazione di dolore.
La sua azione sarebbe in pratica molto simile a quella della morfina. Per tale ragione, la Cannabis sarebbe particolarmente indicata anche per tutti quei casi di malati terminali che non riescono più a trarre i dovuti benefici dalle medicine tradizionali e cercano farmaci alternativi per alleviare i loro dolori.
Il rapporto tra Cannabis Terapeutica e le lesioni al midollo spinale e la sclerosi multipla
Alla funzione analgesica della Cannabis terapeutica sarebbe legata anche la sua capacità di lenire il dolore muscolare conseguente anche alle più gravi lesioni della spina dorsale. La proprietà della Marijuana sarebbe proprio quella di andare a lenire la sensazione di fastidio e nei casi più gravi di intenso dolore legata agli spasmi muscolari.
Il suo effetto miorilassante la renderebbe idonea anche alla cura di un’altra malattia molto grave, quale la sclerosi multipla. Proprio per tale ragione si è deciso di iniziare a utilizzare la Cannabis a livello ufficiale e legalmente anche in Italia, per dare ai malati la possibilità di alleviare le loro sofferenze tramite l’assunzione di questa sostanza.
In particolare, per questo tipo di utilizzo, è stato sperimentato sui pazienti un farmaco apposito che consiste in uno spray da spruzzare direttamente nella bocca del malato. Lo stesso raggiunge dunque piuttosto lentamente il sistema nervoso del soggetto e per questo non ha quegli effetti dannosi che possono invece essere provocati dall’assunzione della medesima sostanza tramite il fumo. Il nome di questo farmaco è Sativex ed è arrivato in Italia di recente, nel 2013.
Diverse sono al momento le testimonianze di pazienti che hanno deciso di interrompere le cure tradizionali e di passare alla Marijuana terapeutica. In tutti questi anni sono nate anche diverse associazioni in favore dell’utilizzo terapeutico di questa pianta.
L’anoressia e la mancanza di appetito
Secondo recenti studi, pare che la Cannabis abbia anche la proprietà di stimolare l’appetito. Questo vale per i pazienti che soffrono di anoressia e che assumendo preparati a base di Cannabis possono tornare a riequilibrare la propria alimentazione, ma anche per quei malati ai quali l’appetito è stato portato via da determinate cure molto invasive per l’organismo, come ad esempio coloro che si sottopongono alla chemioterapia.
Non si esclude tra l’altro un futuro impiego dei derivati della Cannabis terapeutica persino nella cura della bulimia. Per il momento si stanno effettuando le dovute sperimentazioni sugli animali, ma si attende di poter valutare gli effettivi benefici che potrebbe avere anche sull’uomo. Se le proprietà fossero confermate, si potrebbe parlare di una vera e propria svolta nell’affrontare questo tipo di patologie, che coinvolgono fasce di popolazione sempre più ampie, a cominciare dagli adolescenti.
Se i risultati saranno quelli sperati e ipotizzati dagli scienziati e se le case farmaceutiche decideranno di investire in questo tipo di farmaci, nel giro di pochi anni si potranno iniziare a sfruttare concretamente i benefici della Cannabis terapeutica a livello alimentare.
Rischi e controindicazioni della Cannabis Terapeutica
Se è vero che la Marijuana possiede proprietà molto interessanti per la cura di tutte le patologie sopra indicate, è anche vero che il suo utilizzo deve essere regolato. Non a caso è necessaria una prescrizione medica per accedere ai medicinali e la stessa prescrizione non è rinnovabile.
Questo perché la Cannabis resta pur sempre una sostanza che non può essere consumata in quantità indefinite. Il rischio portato dall’abuso di questa sostanza comporterebbe infatti una maggiore probabilità di essere toccati da patologie psichiatriche, anche nel giro di qualche anno dall’assunzione della Cannabis. Da non sottovalutare è anche il rischio di cadere in una sorta di dipendenza cronica.
Insomma, l’uso che va fatto della Cannabis deve essere esclusivamente terapeutico. I medicinali che ne contengono i componenti devono essere considerati come tali e utilizzati esclusivamente dietro stretto controllo medico, per non rischiare addirittura di peggiorare le proprie condizioni di salute. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che la Cannabis rimane pur sempre una droga leggera, il cui consumo eccessivo e prolungato rischia di provocare dipendenza (psicologica) in chi ne fa abuso.
Questo discorso vale soprattutto per i soggetti più giovani, il cui sistema nervoso è soggetto a maggiori rischi perché più sensibile. I danni che la Marijuana può apportare in questi soggetti possono essere rilevanti e perdurare anche fino all’età adulta, con conseguenze davvero pesanti, tra cui addirittura la schizofrenia. Ecco perché occorre anche distinguere tra l’uso della Cannabis a livello medico e quello che se ne fa più semplicemente come droga leggera sotto forma di spinello.